Il Blocco del presidente ucraino
Petro Poroshenko e il Fronte popolare del premier
Arseni Iatseniuk hanno già iniziato a discutere informalmente sulla formazione di una nuova coalizione di maggioranza nel parlamento ucraino dopo il voto di domenica. Lo fa sapere Iuri Lutsenko, uno dei leader del Blocco Poroshenko, mentre ancora si attendono i risultati definitivi delle elezioni.Con il 30% delle schede scrutinate,
il Fronte popolare del premier Arseni Iatseniuk è per ora a
sorpresa in testa nelle elezioni politiche di domenica in Ucraina
con il 21,71% dei voti.
Segue a breve distanza con il 21,59% dei
voti il Blocco del presidente Petro Poroshenko (che i sondaggi
davano al 30% e oltre). Il blocco di opposizione di Iuri Boiko,
ex ministro di Viktor Ianukovich ed erede del suo partito
"filorusso" delle regioni, sta per ora facendo registrare un
insperato 9,6%.
Samopomich ("Auto-aiuto"), il
partito del sindaco di Leopoli, Andrii Sadovii, è per ora al
10,81%, mentre il partito di estrema destra dell'istrione
populista e nazionalista Oleg Liashko ha al momento il 7,52% dei
voti. Sopra la soglia di sbarramento del 5% c'è anche Patria
dell'ex pasionaria della Rivoluzione arancione Iulia
Timoshenko (precipitata al 5,81%).
Affluenza alle urne dimezzata: è stata appena sopra il
52%.
Otto mesi dopo la fuga del
presidente filo-russo Viktor Yanukovich e la vittoria dei
filo-Ue di "piazza" Maidan,
31,5 milioni di ucraini hanno votato per eleggere 423 deputati della Verkhovna Rada. Non c'erano i 5,6 milioni di cittadini residenti nella penisola della Crimea, annessa dai russi a marzo, e nelle regioni separatiste orientali di Donetsk e Lugansk (che voteranno il 2 novembre per conto loro).
L'esito del voto sembra segnare
una schiacciante maggioranza filo occidentale (oltre il 70%) di sei partiti, di cui due fortemente
nazionalisti, un presidente di pace (Poroshenko) più debole e un premier di
guerra (Iatseniuk) molto più forte delle attese, un solo partito filorusso
e la scomparsa (per la prima volta dal 1993) dei comunisti:
un quadro che
sembra sulla carta complicare il dialogo con Putin sul conflitto nell'est
del paese. La Russia però ha fatto sapere di riconoscere le elezioni
politiche in Ucraina. "Aspettiamo i risultati ufficiali
- ha spiegato il vice ministro degli Esteri russo,
Grigori
Karasin -, ma già ora è chiaro che nonostante la campagna
elettorale dura e sporca, le elezioni sono valide".
L'esito delle elezioni politiche di
domenica in Ucraina permette di sperare in una maggioranza
parlamentare dei "sostenitori di una soluzione pacifica del
conflitto" nel sud-est ha aggiunto Karasin, in un'intervista all'agenzia Ria Novosti. Il vice-ministro si è però anche detto preoccupato dall'aumento dei nazionalisti, cosa che - a suo
giudizio - "crea il pericolo di una ripresa delle azioni
militari".
Poroshenko, che alle presidenziali di maggio aveva
conquistato il 55%, non è riuscito a rafforzarsi nel
parlamento anzi rischia di arrivare secondo. "L'Ucraina ha votato massicciamente per un
avvicinamento irreversibile all'Europa", ha commentato il capo
dello Stato, protagonista lunedì anche di un blitz a Kramatorsk,
nell'est del Paese, per ringraziare i soldati.
Ma il suo indebolimento rischia di ripercuotersi non tanto
sull' integrazione europea e sulle riforme quanto sul dialogo
con Putin per consolidare il processo di pace nelle regioni
orientali. Tanto
più che a rafforzarsi è stato il Fronte popolare del premier
Arseni
Iatseniuk, uno dei più feroci critici di Putin: la
sua riconferma alla guida del prossimo governo appare inevitabile, con il rischio di un duello a distanza tra
presidente e primo ministro, come ai tempi di Iushenko e
Timoshenko, i due eroi della rivoluzione arancione finiti ai
ferri corti.