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Ucraina. Il vescovo di Kharkiv: le famiglie in fuga. Nessun luogo è al sicuro dai russi

Giacomo Gambassi sabato 1 giugno 2024

Papa Francesco con il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk, mercoledì scorso

«Vedo la mia gente andarsene con le lacrime agli occhi». Kharkiv torna a fare i conti con la “grande fuga” dai bombardamenti russi, racconta il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk. Come era accaduto nei primi mesi di guerra. Allora la seconda città dell’Ucraina abitata da un milione e mezzo di persone era stata stretta d’assedio dall’esercito russo che, arrivato dal confine a cinquanta chilometri, si era fermato alle porte dell’ex capitale. Due anni dopo i soldati di Putin hanno lanciato una nuova offensiva lungo la frontiera della regione. E la metropoli è da quasi un mese sotto il fuoco incessante di missili e droni che stanno seminando morte, distruzione e paura. Il vescovo ha portato fin nelle mani di papa Francesco «la sofferenza» della sua terra, spiega ad Avvenire durante la sua visita a Roma. Con due doni affidati al Pontefice che ha incontrato mercoledì al termine dell’udienza generale: il distintivo del gruppo di laici e sacerdoti che formano la cappellania militare della Chiesa di rito latino in Ucraina e il tridente, simbolo del Paese, in cui compare anche una croce. Francesco li ha benedetti. E ha benedetto il presule. «Riconsegnerò la benedizione del Papa alla città, anche se sentiamo la sua vicinanza dall’inizio del conflitto», annuncia monsignor Honcharuk.

Il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk - Gambassi

Eccellenza, teme un’invasione di Kharkiv?

Putin ha affermato che l’attacco ai nostri villaggi serve per creare un “cuscinetto” lungo il confine dell’oblast. Ma lui è un predatoree un menzognero. Fa il contrario di quello che dice. Perciò si fa fatica a credere che voglia soltanto una zona di tutela.

Come vive Kharkiv l’incubo di queste settimane?

Con preoccupazione e inquietudine. In tanti hanno scelto di andarsene e continuano a farlo. Sono soprattutto le famiglie che hanno i figli. Lo suggerisco anche io a chi mi confida la sua angoscia. Lasciano tutto per proteggerli. Al momento dell’addio, le domande sono le stesse: per quanto tempo dovremo restare fuori? Che cosa accadrà alla nostra casa? Ormai non c’è più un luogo sicuro a Kharkiv. E vale anche per l’intero territorio della diocesi.

La distruzione dopo un bombardamento russo a Kharkiv negli ultimi giorni - Ansa

Una diocesi che comprende più regioni e da cui passa gran parte della linea del fronte.

Viviamo in un’area dove nessuno può dirsi al riparo dai raid russi: a Sumy, a Zaporizhzhia, a Dnipro, a Nikopol, a Pokrovsk verso cui il Cremlino sta dirigendo i suoi battaglioni dopo la cattura di Avdiivka. E poi c’è il problema degli aiuti umanitari.

Scarseggiano?

I magazzini dove sono stipati sono bersaglio dei missili russi. Vengono colpiti sistematicamente. Ecco perché diventa sempre più difficile supportare la popolazione, a cominciare dai moltissimi rifugiati costretti a sfollare dai villaggi nel mirino di Mosca. C’è davvero bisogno di aiuti. Ma il modo migliore è avere aiuti economici. Con quanto ci arriva compriamo cibo, vestiario, medicine e distribuiamo tutto immediatamente.

I profughi evacuati dai villaggi attaccati dall'esercito di Mosca lungo il confine della regione di Kharkiv con la Russia - Ansa

Migliaia di evacuati si sono riversati in città.

Se l’amministrazione pubblica offre loro un tetto nei dormitori, tocca a noi e alle organizzazioni di volontariato vestirli, ad esempio. Non hanno più niente.

Che cosa fa la Chiesa a Kharkiv?

La Chiesa resta e non fugge. Soccorre chi è più in difficoltà. E prega: per la conversione di Putin.

La colonna di fumo di un bombardamento russo a Kharkiv - Ansa

Si parla di trattative.

Putin ha dichiarato di essere pronto a sedersi intorno a un tavolo ma dilaterà i tempi della guerra per indebolire l’Ucraina. E non accetterà alcun negoziato che implichi il rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale. Il vertice in Svizzera promosso dall’Ucraina chiede al mondo di impegnarsi perché pace e giustizia vadano di pari passo.

Il Papa, la Santa Sede, la missione del cardinale Zuppi possono aiutare?

La Chiesa, con la voce del Papa, continua a gridare: “Fermatevi”. E tutti sanno che cosa occorre fare perché le armi tacciano. Non si può fingere di non vedere o non fare nulla. Serve coraggio: la Chiesa lo testimonia.

Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, sarà in Ucraina a luglio.

Dio benedica la sua visita. È estremamente importante per la nostra nazione.


Per aiutare la Caritas della diocesi latina di Kharkiv-Zaporizhzhia si può fare riferimento alla fondazione caritativa „Lux Vitae” promossa dal vescovo Honcharuk https://lux-vitae.org.pl/
Si può effettuare una donazione in Euro sul conto corrente bancario Iban PL 88 1020 3147 0000 8802 0166 8029 (SWIFT/BIC-code: BPKOPLPW - Intestatario del conto: Charity Foundation „Lux Vitae” - Banca: PKO Bank Polska - Indirizzo della banca: ul. Puławska 15 02-515 Warszawa - Polonia - Causale: Charity donation for Ukrain)