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Ucraina. Putin attacca dal Nord e minaccia di tornare alle porte di Kiev

Nello Scavo sabato 11 maggio 2024

L'effetto dei bombardamenti a Kharkiv

Inseguiti dai colpi di mortaio sparati senza una logica apparente, quasi duemila civili ucraini sono stati evacuati in una notte e un giorno dal confine Nord con la Russia. L’artiglieria di Mosca è passata alla modalità «fuoco costante». Le esplosioni e la distruzione servono a seminare il panico e a diffondere sfiducia nella difesa ucraina.

Di momenti cruciali il conflitto ne ha vissuti molti. Ma il terzo maggio di guerra è il mese in cui Putin più di Zelensky si gioca quasi tutto. Una corsa per arrivare alle elezioni europee in una posizione di forza, vanificando il summit per la pace convocato in Svizzera a metà giugno, subito dopo il G7 atteso in Puglia.

I russi al momento non sono ancora in grado di prendere il distretto di Kharkiv, ma potrebbero sfondare da un’ora all’altra, se decidessero di sguarnire ampie regioni sui mille chilometri della linea del fronte. Una fonte militare ucraina di alto livello, che rifiuta di essere nominata, ha dichiarato che «le forze russe si sono spinte per 1 chilometro all’interno del confine ucraino, nei pressi di Vovchansk». Secondo l’ufficiale «le forze russe mirano a spingere le truppe ucraine fino a 10 chilometri all’interno dell’Ucraina, come parte di uno sforzo per creare una zona cuscinetto». La testata Ukrainska Pravda riferisce che quattro villaggi di confine - Strileche, Krasne, Pylna e Borysivka - sono stati catturati dalle forze russe. Mosca ha bisogno di guadagnare chilometri per spaventare ancora l’Ucraina e mettere poi sul tavolo delle trattative un bottino su cui negoziare: minacciare Kiev, per prendersi un pezzo di Donbass minerario e tenere al sicuro le vie d’accesso alla Crimea. Kiev risponde colpendo le retrovie russe dove ieri un bombardamento ucraino secondo fonti russe ha ucciso 3 civili in un ristorante nel Donesk dove si trovavano militanti filo-russi che festeggiavano l’anniversario della autoproclamata repubblica nel Donbass.

L’esercito ucraino, scarseggia di uomini più che degli arsenali, e sta ricorrendo ad alcune categorie di detenuti da sacrificare al fronte, come ha fatto Vladimir Putin con i peggiori criminali rimessi in libertà purché si offrissero come carne da cannone.

«Un totale di 1.775 persone sono state evacuate», ha scritto sui social Oleg Synegubov, governatore della regione di Kharkiv, precisando che da venerdì colpi di artiglieria e mortaio sono stati diretti verso 30 insediamenti. Il comandante delle forze di terra ucraine, ha detto di aspettarsi che la guerra entri in una fase critica molto presto. «La Russia sa che se ricevessimo abbastanza armi entro un mese o due - ha spiegato il generale Oleskander Pavliuk al settimanale The Economist -, la situazione potrebbe rivoltarsi contro di loro». Ora che 60 miliardi di armamenti Usa sono stati sbloccati, il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto che le consegne siano tempestive. Fonti dello stato maggiore di Kiev, sostengono che Mosca «sta testando la stabilità delle nostre linee prima di scegliere la direzione più adatta» per produrre una breccia e travolgere i battaglioni ucraini con conseguenze imprevedibili. Il gran colpo potrebbe essere la cattura di Chasiv Yar, ritenuta come porta d’accesso alla regione di Donetsk. Il generale Pavliuk minimizza, come a preparare l’opinione pubblica alla sconfitta su quell’asse, insistendo su un fragile mantra: la perdita di Chasiv non avrebbe alcun «significato decisivo», poiché si tratta di «un normale insediamento urbano».

Ma sono le voci da Nord a preoccupare la propaganda ucraina. «Ce ne andiamo perché stiamo morendo a causa del “mondo russo”», ha detto Valerii Dubskyi, 60 anni, ai giornalisti che lo hanno intervistato dopo l’evacuazione. Accusa Mosca, ma non è contento di Kiev. Non ha toccato cibo per giorni, e anche andare al pozzo era diventata una scommessa con la morte.

Le cose stanno andando come gli strateghi di Putin desiderano. Kiev non ha alternative: sta inviando rinforzi a Nord per dissuadere i russi da un’invasione che sui tratti di aperta campagna vorrebbe dire un corpo a corpo, perché superata la frontiera sarebbe difficile fermare la corsa verso le regioni ucraine di Sumy e a ridosso di Chernihiv. che dista da Kiev meno di 150 chilometri, lasciando la capitale nuovamente a portata di invasione. Un pericolo che se non potrà essere scongiurato con le armi, potrà esserlo solo con un negoziato. Riportando le lancette del conflitto alla notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022.