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Ucraina. Strage degli innocenti a Kharkiv: quei bambini morti nel condominio bombardato

Giacomo Gambassi giovedì 31 ottobre 2024

Il condominio di Kharkiv bombardato dai russi nella notte dove sono morti due ragazzini

«Mio nipote Borys di 15 anni è lì sotto alle macerie. Si trova nella stanza dove è crollato tutto». Alla Stepaniuk affida il suo grido disperato ai soccorritori e ai vicini di casa che la abbracciano. Scruta il condominio che è stato centrato da una bomba teleguidata russa nel cuore della notte a Saltivka. È il quartiere “martire” di Kharkiv che ha la sciagura di guardare verso il confine russo, distante cinquanta chilometri, e che nei due anni e mezzo di guerra è stato bersagliato da decine di missili lanciati dalla vicina regione russa di Belgorod. «Gli ho parlato – continua la donna –. Mi ha chiamato mia sorella che non è riuscita a liberarlo dai pilastri in cemento ». Sa che la situazione è tragica. Eppure il cuore le fa sperare che i vigili del fuoco possano salvare Borys. Non andrà come Alla immagina.

Soccorritori e vigili del fuoco estraggono morti e feriti dal condominio di Kharkiv bombardato dai russi nella notte - Reuters

Suo nipote sarà una delle tre vittime dell’attacco russo nell’agglomerato residenziale della seconda città dell’Ucraina: due non ancora maggiorenni. Borys di 15 anni. E un bambino di 11 anni che i vigili del fuoco avevano estratto vivo dalla palazzina implosa ma che sarebbe morto davanti al grattacielo in via Neskorenih. «Aveva un grave trauma cranico. Abbiamo tentato di rianimarlo per quaranta minuti ma non ce l’abbiamo fatto», fa sapere il direttore del centro regionale di primo soccorso, Viktor Zabashta.

La disperazione dei residenti del condominio di Kharkiv bombardato dai russi nella notte - Reuters

L’ennesima strage degli innocenti nell’ex capitale dell’Ucraina che Mosca continua a massacrare dal cielo. Tre le bombe giunge di notte sulla città. E una è finita sul condominio. «L’adolescente di 15 anni – spiega il portavoce dell’ufficio del procuratore regionale, Dmytro Chubenko – è probabilmente morto schiacciato dalle mura. È rimasto lì sotto troppo a lungo e le sue ferite erano gravi». Per raggiungere il corpo «i soccorritori hanno demolito lastroni e rimosso travi portanti», dice il referente del servizio di emergenza regionale, Yevhen Vasylenko. L’edificio è di nove piani: cinque quelli distrutti che hanno preso fuoco per l’esplosione. «Sono sprofondati solai, soffitti e tramezzi – fa sapere Vasylenko –. E la struttura è così instabile che le operazioni vanno ancora a rilento». Trentacinque i feriti.

Il condominio di Kharkiv bombardato dai russi nella notte dove sono morti due ragazzini - Reuters

«È in ambulanza. Lo hanno trovato e salvato», urla Vasyl che insieme alla moglie hanno visto il loro appartamento accartocciarsi. Si riferiscono a loro figlio. «Era nella stanza accanto e il soffitto è piombato su tutti noi». Nel condominio c’era chi aveva scelto di rientrare in città per lasciarsi alle spalle la vita magra dello sfollato di guerra. «Sono stato in Germania per tre mesi – dice uno degli inquilini in lacrime –. Poi ho deciso di tornare. Non voglio andare da altre parti: amo la mia casa, amo Kharkiv, amo l’Ucraina».

Soccorritori e vigili del fuoco estraggono i feriti dal condominio di Kharkiv bombardato dai russi nella notte - Reuters

«Il mondo deve vedere quello che succede ogni giorno qui – tuona il presidente Zelensky sui social –. Ogni decisione ritardata significa decine, se non centinaia di bombe russe contro l’Ucraina e il nostro popolo». L'esercito russo sta colpendo Kharkiv e i suoi sobborghi soprattutto con il buio, la sera o in piena notte, «per tenere i residenti in uno stato di tensione psicologica permanente», sostiene il capo della polizia regionale, Volodymyr Tymoshko. Il 29 ottobre l’ennesimo bombardamento di un quartiere. «Ormai l’intera città che oggi conta un milione e 250mila abitanti non dorme più. Si tratta di una sorta di tortura mentale». Nell’ultima settimana 148 bombe volanti sono arrivate nella regione di Kharkiv. «Nove persone sono morte, 66 sono rimaste ferite e cinque di loro erano bambini», riferisce l’ufficiale di polizia, senza conteggiare vittime e feriti di queste ore.

La bandiera russa issata a Selydove, cittadina conquistata da Mosca nella regione di Donetsk, nell'immagine diffusa dal ministero della Difesa russo - Reuters

Intanto, lungo il fronte del Donbass che confina con il governatorato di Kharkiv, l’esercito russo continua ad avanzare e a strappare nuovi territori nella regione di Donetsk. L’obiettivo del Cremlino è completare la conquista dell’intera oblast che già per il 60% è occupata da Mosca. Nelle scorse ore sono cadute in mano russa la località mineraria di Selydove e l’insediamento di Yasnaya Polyana. I militari di Putin si avvicinano a Pokrovsk, città-chiave dell’oblast. I battaglioni russi sono a meno di sette chilometri e le autorità locali stanno valutando l’ipotesi di interdire alla gente l’intera città: alcuni quartieri sono già stati chiusi per ragioni di sicurezza. E, secondo il capo dell’amministrazione militare, «l’80% delle infrastrutture critiche è stato distrutto e gli occupanti attaccano le zone residenziali». Due i raid dal cielo nell’ultimo giorno. A Pokrovsk restano 11.900 persone, tra cui 55 bambini, nonostante i continui appelli a evacuare.

Un edificio bombardato dai russi nella città di Pokrovsk nella regione di Donetsk - Reuters

Sempre più difficile la situazione anche a Chasiv Yar, il villaggio sulla collina ormai raso al suolo e terreno di battaglia da settimane che, se venisse conquistato, aprirebbe la strada alle truppe russe verso Kramatorsk, l’ultima grande città rimasta libera nella regione di Donetsk. Città che è stata di nuovo bombardata. Crescono anche gli assalti verso Lyman, crocevia fra il territorio di Donetsk e di Kharkiv. «Il nemico – afferma il portavoce della 60ª Brigata meccanizzata separata – ha aumentato notevolmente gli attacchi. Sta cercando di sfondare il più possibile nella città di Lyman. Vuole ottenere l’accesso alle aree di Slovianske e Kramatorsk per raggiungere queste due città simboliche della regione che restano sotto il nostro controllo. Stanno facendo tutto il possibile e l’impossibile per accelerare, cioè incrementando il numero di mezzi, di uomini e di bombardamenti». Nelle scorse 24 ore sono state quindici le località popolate della regione di Donetsk colpite dai missili.