Ucraina, 7 soldati uccisi in un agguato
Gli sforzi della diplomazia non fermano il conflitto nell'est dell'Ucraina. Sette soldati di Kiev sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti in un agguato di separatisti filo-russi nei pressi della città orientale di Kramatorsk. Una colonna di veicoli della 95ma brigata aviotrasportata è stata attaccata a colpi d'arma da fuoco mentre si stava avvicinando a un ponte alle porte del villaggio di Dmitrovka, a una ventina di chilometri da Kramatorsk. Due soldati ucraini sono morti all'interno del mezzo, gli altri quattro nella sparatoria che è seguita all'agguato. Un autocarro che trasportava munizioni è stato distrutto da più colpi di mortaio.Intanto a Bruxelles il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha avvertito che Kiev non si lascerà ricattare sul gas, dopo che Mosca ha intimato alla società ucraina Naftogaz il pagamento anticipato entro il 2 giugno di 1,66 miliardi di dollari per le forniture del gas. "Apprezziamo gli sforzi della Commissione europea per raggiungere un accordo sull'energia attraverso riunioni trilaterali", ha spiegato Yatseniuk, "e siamo pronti a trovare una soluzione che si basi sulle condizioni del mercato: la Russia deve smettere di usare il gas come un'arma". Il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, ha assicurato che l'Ue è impegnata "per trovare una soluzione positiva per tutti". Sul piano politico l'Ue scommette sulle elezioni presidenziali del 25 maggio che avranno "un ruolo cruciale" per uscire dalla crisi, come ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, in visita a Kiev. "Sosteniamo gli sforzi per l'avvio di un dialogo nazionale sotto il patrocinio ucraino, qui nella vostra nazione,attraverso tavole rotonde a livello centrale e regionale, ha aggiunto. Anche per il ministro italiano Federica Mogherini è "estremamente importante che ci sia la più grande partecipazione" al voto anche nelle regioni filo-russe. Mosca, però, ha chiesto che la questione di "governo e di rispetto dei diritti delle regioni" dell'Ucraina sia discussa con i leader filo-russi locali "prossimamente e comunque prima delle presidenziali". Vladimir Putin ora guarda alla Cina, dove sarà in visita il 20 maggio. Ad avvicinare Mosca e Pechino in un fronte antiamericano potrebbe essere anche l'irritazione di Washington per l'atteggiamento tenuto da Pechino nel Mar cinese meridionale, che John Kerry, capo della diplomazia Usa, ha definito "provocatorio".