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Crisi ucraina. Ucraina, prove di dialogo Usa-Russia

mercoledì 5 marzo 2014

Prove di dialogo tra Usa e Russia sulla delicata questione Ucraina. Il segretario di Stato Usa John Kerry ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a margine di una conferenza sul Libano. Lavrov ha ribadito la posizione di Mosca - considerata ridicola dall'Occidente - secondo cui le truppe che hanno preso il controllo della Crimea non sono sotto il comando russo. Durante il breve incontro sulla terrazza dell'Eliseo, il segretario di Stato americano avrebbe chiesto al ministro degli Esteri russo di organizzare "colloqui diretti" tra Russia e Ucrainaper risolvere le tensioni di questi giorni. La Russia ha assicurato Lavrov  "non permetterà un bagno di sangue" in Ucraina. "Non permetteremo alcun attentato contro la vita e la salute di quelli che vivono in Ucraina, nè controi russi che vivono in Ucraina". Lavrov ha spiegato che Russia e Usa sono d'accordo aimpegnarsi per "rimettere in opera gli accordi conclusi il 21 febbraio" fra l'allora presidente ucraino Viktor Ianukovich e le opposizioni con la mediazione Ue. Gli accordi che prevedevano un governo di unità nazionale ed elezioni dopo l'estate.

 

La Russia ha respinto seccamente le richieste occidentali di far rientrare nelle basi le proprie forze stanziate nella regione ucraina della Crimea, in una giornata densa di incontri diplomatici a Parigi per alleviare le tensioni e scongiurare il rischio di una guerra. L'Unione europea ha offerto al nuovo governo ucraino, filo occidentale, aiuti finanziari per 11 miliardi di euro nei prossimi due anni a patto che Kiev raggiunga un accordo con il Fondo monetario internazionale. La crisi internazionale è iniziata dopo che l'Ucraina ha segnalato una presunta occupazione da parte della Russia della Crimea, dove si trova di stanza la flotta del Mar Nero. La comunità internazionale sta lavorando alla "creazione di un contact group a cui potrebbero partecipare sia Mosca che Kiev": ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, nel corso di una conferenza stampa a Parigi dopo un vertice con i colleghi europei. Il ministro ha anche riferito che c'è la  "volontà forte di lavorare per abbassare la tensione, affermata sia da John Kerry sia da Sergei Lavrov" e che per il momento non si rendono necessarie sanzioni.

A rendere il clima teso anche un episodio che ha visto protagonista l'inviato speicale dell'Onu Robert Serry. Si trovava in auto in Crimea quando il veicolo è stato fermato da 10-15 uomini, alcuni dei quali armati: lo ha raccontato il vice segretario generale dell'Onu, Jan Eliasson. In un primo momento si era diffusa la notizia che Serry fosse stato rapito. L'inviato Onu ha poi lasciato il paese su consiglio delle autorità. Un alto ufficiale delle guardie di frontiera ucraine, il generale Mikhail Koval, è stato rapito nei pressi di Yalta, in Crimea. Lo fa sapere la Bbc citando le stesse guardie di frontiera di Kiev. Il generale sarebbe stato assalito da 40 persone.

Intanto i soldati russi hanno preso il controllo parziale di due basi missilistiche in Crimea. Lo denunciano fonti ufficiali di Kiev. La prima base è quella di Evpatoria, nell'ovest della penisola. Da Simferopoli il premier Serghiei Aksenov attacca: "Non c'è alcuna possibilità di dialogare con Kiev perché non riconosciamo la loro legittimità". La sede del governo regionale a Donetsk, che manifestanti filo-russi avevano occupato lunedì è stata sgomberata in mattinata e poi rioccupata: l'operazione è scattata dopo che si erano diffuse voci secondo cui l'edificio sarebbe stato minato. Gli insorti filorussi hanno nuovamente occupato il palazzo, da dove erano stati cacciati poche ore prima dalle forze dell'ordine. Nel frattempo arriva la notizia che anche Putin è tra i candidati per il Nobel per la Pace. Lo ha annunciato il direttore dell'istituto Nobel ad Oslo, Geir Lundestad, presentando la lista dei nomi scelti dalle migliaia di persone abilitate a depositare candidature. Nonostante la commissione si rifiuti di rivelare l'identità dei nominati, gli sponsor possono decidere di rendere pubblici i nomi. È il caso di Putin, promosso da esponenti russi per il suo ruolo nell'impedire un attacco armato contro Damasco. Tra gli altri nomi ci sono - oltre a quello di Papa Francesco - anche la "talpa" dell'Nsagate, Edward Snowden, e Malala Yousafzai, la giovane pakistana rimasta vittima di un grave attentato dei talebani per il suo impegno a favore dell'istruzione femminile.