I separatisti dell'autoproclamata
repubblica di Donetsk non intendono più cercare di trovare un
compromesso con Kiev per un cessate il fuoco nel sud-est
ucraino. Lo ha annunciato il leader Alexandr Zakharcenko.
"Da parte nostra non ci saranno più tentativi di parlare di tregua", ha detto Zakharcenko all'indomani della conquista dell'aeroporto di Donetsk da parte dei ribelli. Il "presidente" separatista ha quindi aggiunto che i suoi uomini intendono "andare avanti" nell'offensiva "fino ai
confini della regione di Donetsk". Ma ha anche avvertito che se
ci sarà "una minaccia anche da altre parti" sarà "liquidata".
"Kiev - ha proseguito - adesso non si rende conto che siamo in
grado di attaccare contemporaneamente su tre direzioni".
"Parleremo
quando arriverà Poroshenko - ha aggiunto Zakharcenko riferendosi al presidente ucraino -. Siamo
all'offensiva, quali negoziati?".Zakharcenko ha inoltre annunciato che sarà approvata una legge sulla pena di morte. Lo riferiscono i media russi. L'unico Paese europeo in cui è in vigore la pena capitale è la Bielorussia.
E sul tavolo ucraino Mosca gioca al rialzo. Aprendo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, Putin ha accusato Kiev non solo di
non aver fornito una risposta chiara alla proposta russa di ritirare le armi pesanti oltre la linea di demarcazione, ma di aver "dato un ordine ufficiale di cominciare un'azione militare su larga scala virtualmente sull'intero perimetro della linea di contatto".
Dallo scorso aprile almeno 5.086 persone hanno perso la vita nel conflitto nell'est dell'Ucraina. Lo ha fatto sapere l'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani. "Temiamo che il bilancio reale possa essere notevolmente più alto", ha affermato il portavoce dell'Ohchr, Rupert Colville. Il bilancio comprende 262 persone uccise in combattimenti tra le forze governative e i separatisti filorussi negli ultimi nove giorni, il periodo con il più alto numero di vittime da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco all'inizio di settembre.