Ucraina. L'incubo dell'assalto russo a Zaporizhzhia. L'ingresso “segreto” del vescovo
A Zaporizhzhia l'ingresso “segreto” del vescovo greco-cattolico Maksym Ryabukha
Non c'era né il luogo esatto né l’ora. Il vescovo Maksym Ryabukha è entrato oggi nella sua diocesi. Ma con una celebrazione clandestina per ragioni di sicurezza, seppur alla presenza del capo della Chiesa greco-cattolica, l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, e del nunzio apostolico in Ucraina, l'arcivescovo Visvaldas Kulbokas, entrambi arrivati da Kiev. Una liturgia “segreta” e carbonara, l’unica consentita a Zaporizhzhia, città a cinquanta chilometri dalla linea di combattimento dove nell’ultimo mese, a cadenza settimanale, si ripetono attacchi massicci di missili e droni che seminano morte e distruzione nei quartieri residenziali.
A Zaporizhzhia l'ingresso “segreto” del vescovo greco-cattolico Maksym Ryabukha - ugcc.ua
È l’ultimo capoluogo dell’esarcato greco-cattolico di Donetsk che resta in mano ucraina e che, quindi, può accogliere lui come pastore e l’intera curia. Perché Ryabukha è il nuovo vescovo di Donetsk, città “catturata” da Mosca. Metà della sua diocesi è sotto il controllo di Putin. E le truppe del Cremlino avanzano. Anzitutto nella regione che dà il nome alla diocesi e che il leader russo ambisce a espugnare. Ma anche nell’oblast di Zaporizhzhia dove si fa sempre più concreto l’incubo di una nuova offensiva su vasta scala. «L’esercito russo sta spostando gruppi di soldati in posizioni avanzate a sud di Zaporizhzhia e si sta preparando per operazioni d’assalto», spiega il portavoce delle forze di difesa dell’Ucraina meridionale, Vladyslav Voloshyn. Il suo è un vero campanello d’allarme. «L’attacco potrebbe iniziare a breve: non parliamo nemmeno di settimane; ci aspettiamo che accada da un giorno all’altro», sostiene.
Uno dei recenti bombardamenti russi nella città di Zaporizhzhia - Ansa
È l’effetto domino della “corsa” russa che strappa nuovi villaggi in Donbass e che dall’est del Paese si sposta verso sud, in direzione di Zaporizhzhia, territorio che Putin detiene per due terzi e che ospita la centrale nucleare più grande d’Europa, già governata dai tecnici inviati dal Cremlino. Non è un caso che il capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, abbia visitato i battaglioni schierati lungo il fronte della regione. «Il nostro compito - è il messaggio lasciato dal generale - è rafforzare la salvaguardia delle truppe e garantire la massima stabilità della linea di difesa». Viene accelerata anche la costruzione di ulteriori fortificazioni intorno al capoluogo. «La protezione della città sarà completata presto», assicura il capo dell’amministrazione regionale, Ivan Fedorov.
Il capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, in visita ai battaglioni lungo il fronte di Zaporizhzhia - Telegram
Secondo un’ipotesi avanzata dai media locali, i militari di Mosca vorrebbero spingersi in avanti per almeno trenta chilometri fino a stringere in una morsa la metropoli, circondandola dal lato orientale e meridionale. E avrebbero come obiettivo anche quello di allentare la difesa dell’esercito ucraino intorno al sito atomico. Congetture a parte, i segnali di un’escalation ci sono tutti.
Uno dei recenti bombardamenti russi nella città di Zaporizhzhia - Ansa
In ventiquattro ore si arriva a superare anche i 500 attacchi nell’area. E si moltiplicano le evacuazioni. «Non resistevamo più sotto i razzi russi», sospira Tatyana, 35 anni, madre di tre bambini, che dal villaggio di Primorye, a ridosso dei campi di battaglia, è stata sfollata dalla polizia e ha scelto di trasferirsi a Leopoli. Stessa sorte per Anastasia, 25 anni, e per sua figlia di quattro mesi. «Un drone ha colpito mio marito e mia nonna nel cortile di casa», racconta. Oleksander e Yuriy, 56 e 63 anni, sono stati trovati sotto le macerie di una palazzina bombardata a Stepnogorsk, insediamento in prima linea.
Le evacuazioni dai villaggi lungo la linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia - Telegram-Polizia nazionale
Gli scontri si intensificano soprattutto nel segmento est della regione che guarda verso il Donbass. Orikhiv e Robotyne sono località strategiche su cui si concentra l’attenzione russa. Ma a preoccupare è anche l’eventuale caduta di una serie di insediamenti nella vicina oblast di Donetsk: se finissero sotto Mosca, verrebbe presa anche la superstrada che arriva a Zaporizhzhia e che diventerebbe una testa di ponte verso il capoluogo per i soldati di Putin.
La distruzione russa a Orikhiv, cittadina lungo la linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia - Ansa