Ucraina. Mykhailo, il pianista della guerra porta la musica in trincea e fra le macerie
Mykhailo Oliinyk, il pianista della guerra mentre suona in un edificio distrutto dai russi
L’hanno soprannominato il «pianista». Solo che non potrebbe mai chiamarsi “Novecento” come il pianista sull’Oceano narrato da Alessandro Baricco. Ma al massimo “Duemilaventitré”, l’anno che ha cambiato la vita di Mykhailo Oliinyk. Da compositore a pianista della guerra in Ucraina. Arruolato nell’esercito di Kiev lo scorso aprile quando si sono allargate le maglie della mobilitazione per innestare forze nuove fra le truppe, chiamando a combattere anche chi non aveva mai imbracciato un’arma prima di allora. «Ho capito che il momento era arrivato - racconta l’artista -. Ho chiuso lo studio di registrazione Oli Music che avevo fondato. E ho indossato la divisa il giorno del mio compleanno, il 26 aprile. Non è stato facile. Ma la famiglia, a cominciare da mia moglie Stefania, mi ha sostenuto». Si è ritrovato a far parte della 59esima Brigata lungo la linea che divide l’Ucraina libera da quella occupata e che è campo di battaglia. Con sé sempre la pianola che non lo ha mai abbandonato. Anzi, la suona intorno alle trincee, nei rifugi dei battaglioni, fra le macerie di palazzi devastati, lungo le corsie d’ospedale. E su quella tastiera, fra le retrovie, ha scritto l’album “Momenti” appena uscito.
Mykhailo Oliinyk, il pianista della guerra mentre suona davanti ai soldati - Oliinyk
«Un compositore è un narratore di storie musicali - sottolinea -. Così ho trasformato in musica ciò che ho visto o vissuto». Ossia, il fronte nelle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. «Sul pentagramma racconto il valore della vita che ogni giorno è un dono. Ma anche il coraggio di chi resiste e i luoghi dove sono stato di stanza». Come “Donbass”, titolo di uno dei brani. «L’ho scritto nei primi giorni da soldato quando, arrivato a Donetsk, ho incontrato la guerra da vicino per la prima volta. Non dai notiziari o dagli schermi. Sono rimasto colpito dai militari e dalle steppe di terre che da centinaia di anni sono teatro di scontri». Oppure “Huliaipole”, pezzo che prende il nome da un villaggio distrutto dai russi nell’oblast di Zaporizhzhia. «Qui siamo finiti sotto il fuoco - afferma il musicista -. E mi sono imbattuto i veri eroi rimasti nella città devastata. Per descrivere tutto questo mi sono ispirato all’antico “leitmotiv” cosacco che ha al centro la lotta per l’indipendenza». Da autore di musiche da film o per spot pubblicitari, Mykhailo ha scelto il “momento musicale”, quello che è un breve brano per pianoforte dalla struttura libera e duttile. Ed ecco le sue colonne sonore in pillole dell’invasione russa. «Ci sono momenti in cui capisci che potrebbe essere l’ultima volta che fai qualcosa. Dai peso a ogni nota, a ogni parola, detta o cantata», confida.
Mykhailo Oliinyk suona davanti fra le trincee - Oliinyk
La prima linea gli ha suscitato una “Preghiera per i fratelli” in musica. «Durante la controffensiva lanciata dalle nostre forze armate nell’area di Zaporizhzhia, ho toccato con mano come la preghiera sia un’arma spirituale. Lo sentiamo soprattutto nei momenti critici». Ha eseguito la composizione in una scuola bombardata dalle truppe di Mosca. «E il video è diventato virale. Segno che la musica tocca i cuori», aggiunge. Sa che con un’arma a tracolla la paura e lo strazio sono all’ordine del giorno. «Quando i colpi volano nelle vicinanze è spaventoso. Con il tempo impari a padroneggiare te stesso e ad abituarti. Ma ciò che rimane più lancinante è la morte di chi avevi accanto poco prima. Di recente è morto per le ferite di un attacco un caro amico e noto attore teatrale e cinematografico: Vasyl Kuharskyi».
Mykhailo Oliinyk, il pianista della guerra mentre suona davanti ai soldati in un edificio distrutto dai russi - Oliinyk
Sembra un’altra vita quella di Mykhailo nelle sale da concerto. O al pianoforte nella casa di famiglia a Husiatyn, nella regione di Ternopil, dove i genitori avrebbero fatto di tutti e sei i figli dei musicisti. Lui, laureato all’Accademia municipale di musica di Kiev e l'Accademia nazionale di musica di Leopoli, ha scommesso sui giovani con il programma di formazione “Music StartUp” finanziato anche dalla Ue. «Con mia moglie abbiamo realizzato un percorso senza precedenti in Ucraina che aiuta i ragazzi a sviluppare i talenti musicali in modo completo, ossia includendo anche corsi di imprenditorialità nel settore creativo o analisi dell’industria musicale. Un mese di full immersion che è di forte supporto agli studenti dei conservatori». Ma niente musica russa. «Liberare i nostri territori dall’invasore significa anche liberare lo spazio musicale dal nemico. C’è bisogno che la cultura ucraina emerga e risorga. Non è inferiore a nessun’altra».