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Ucraina. Mosca fa saltare il tavolo della pace: non ci saremo alla conferenza con Kiev

Redazione Esteri sabato 21 settembre 2024

Il presidente Zelensky

«Biden può rafforzare l’Ucraina e prendere decisioni importanti affinché protegga la sua indipendenza mentre è presidente degli Stati Uniti. Penso che sia una missione storica». Passerebbe per il via libera di Washington all’uso dei missili a lunga gittata in Russia il «piano per la vittoria» che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky proporrà nei prossimi giorni al presidente Usa e alla sua vice, Kamala Harris a margine dell’Assemblea dell’Onu a New York. Ma anche allo sfidante per la Casa Bianca, Donald Trump, che incontrerà giovedì o venerdì. Ai giornalisti a Kiev, il leader ha fatto capire che il piano che a suo dire metterebbe fine al conflitto, portando Mosca al tavolo dei negoziati dopo una rapida escalation. In realtà, l’annuncio del presidente, ha causato l’effetto opposto. Subito il Cremlino ha detto che non parteciperà alla Conferenza. Un no preventivo che acuisce lo scetticismo Usa.

Più possibilista il premier britannico Keir Starmier: sono infatti made in Usa o anglo-francesi i sistemi a lungo raggio in Ucraina, consegnati a uso difensivo per riconquistare i territori occupati da Mosca. Proseguono i bombardamenti notturni, con vittime civili. Kiev ha abbattuto cinque missili e 11 droni di fabbricazione iraniana. I russi avrebbero distrutto 101 droni. Due anziane e un 12enne sono stati uccisi nella regione di Drinopetrovsk. Tre attacchi su Kharkiv hanno causato 15 feriti, tra cui tre bambini. Nella stessa regione, un raid ha fatto tre morti. Kiev attacca con i droni le regioni russe di confine e le zone occupate:Bryansk, Kaluga, Tver, Belgorod, Smolensk e Kursk, Krasnodar, Crimea e Mar d’Azov. Colpito un deposito di munizioni. Intanto a Teheran sono stati presentati il nuovo droi kamikaze Shahed 136-B, versione avanzata di quelli venduti a Mosca e usati in Ucraina, e il missile balistico a lungo raggio Jihad, con una gittata di mille chilometri.

Chiarissima la posizione di Mosca sul "niet" all'invito che dieci giorni fa Zelensky aveva esteso al Cremlino per la partecipazione alla seconda tornata in Svizzera della Conferenza di pace della scorsa primavera. "Senza la Russia e senza tenere conto degli interessi russi è impossibile raggiungere un accordo giusto e sostenibile. Ma Kiev e l'Occidente non stanno pensando alla pace, loro hanno bisogno della guerra". Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha infatti commentato le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky che ha detto che un secondo summit per la pace potrebbe svolgersi a novembre con la partecipazione questa volta della Russia.

Non parteciperemo a "questo cosiddetto secondo summit", ha aggiunto affermando che avrebbe lo stesso "obiettivo" del primo, che si è svolto a giugno in Svizzera senza la Russia, cioè "spingere l'assolutamente insostenibile 'formula Zelensku' come unica base per risolvere il conflitto".

Questo non significa che la Russia rifiuta una soluzione politica e diplomatica della crisi, ha detto ancora Zakharova nella sua dichiarazione rilanciata dalla Tass: "siamo pronti a discutere veramente proposte serie che prendano in considerazione la situazione sul terreno, le realtà geopolitiche emergenti", ha affermato facendo riferimento "all'iniziativa presentata il 14 giugno da Vladimir Putin".