Ucraina. L’attesa per il voto Ue tra angosce, accuse a Mosca e sospetti sull’Italia
Foto di distruzione in Ucraina
Foto di distruzione in Ucraina - .
Amanda Paul, analista presso l'European Policy Center (Epc) in un commento ripreso dai media di Kiev mette in guardia: «Immagino che vedremo ancora un sostegno piuttosto forte all'Ucraina in termini di aiuti militari ed economici», anche se«leggermente diminuito». Nonostante le forze russe siano state respinte per oltre 70 chilometri, fin dietro all’argine del Dnepr che attraversa la città meridionale di Kherson, nelle regioni che hanno conosciuto la brutale occupazione sta montando una paura che a tratti appare irrazionale. «Dopo le elezioni europee Putin ci riproverà», preconizza Galina, mentre è indaffarata a far quadrare le cose nel piccolo albergo a forma di tempio greco dove alle finestre sono tornati i pannelli di legno di chiaro, a protezione dalle schegge dei bombardamenti. No ha dubbi su come andranno le cose: «Se Putin sarà soddisfatto del voto europeo, tornerà a bombardarci per riconquistarci. Se non sarà soddisfatto, bombarderà più forte di prima». Il campanello d’allarme è stata l’inchiesta della magistratura di Praga che nel marzo scorso ha avviato indagini che coinvolgono diversi esponenti politici, presumibilmente pagati da agenti filo-russi che dalla Repubblica Ceca avrebbero agganciato fra gli altri Petr Bystron, candidato tedesco al Parlamento Ue per il partito di estrema destra Afd. E poi c’è l’Ungheria, che per gli Ucraini è una ferita difficile da suturare. «Hanno dimenticato di essere stati traditi dall’Occidente durante la rivoluzione antisovietica del 1956», ricorda Viktor, l’anziano veterano delle milizie cosacche con il bavero e i fregi sempre in vista anche al mercato. Si liscia i baffoni ingialliti dai troppi sigari e da quelli che chiama “bagni di vodka”, prima di farsi una domanda: «Non abbiamo ancora capito quale torto abbiamo fatto a Orban».Foto di distruzione in Ucraina - .
L’Ungheria, che con l’Ucraina condivide anche 103 chilometri di confine, è stata «costantemente il paese più favorevole al Cremlino durante tutta la guerra, bloccando ripetutamente gli aiuti all’Ucraina e le sanzioni contro la Russia», ripetono come un mantra i blog di politica e i canali di informazione compulsati ossessivamente alla ricerca di novità dal fronte. Non ne arrivano di buone, mentre l’ennesimo blackout elettrico e l’acqua che dai rubinetti esce a singhiozzo, ricordano che la guerra è molto di più che un rumore di fondo.Bruxelles è il principale donatore di aiuti non militari all’Ucraina. La commissione guidata da Vonder Leyen aveva stanziato nel bilancio 2021-2027 un pacchetto quadriennale di 50 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti per le esigenze dell’Ucraina. «È probabile che tali piani vengano sottoposti a un attento esame se i partiti di destra otterrano una posizione più forte nel parlamento», è il timore del “Kyiv Independent”. Le somme verranno tirate da lunedì. «Sempre se saremo ancora vivi - saluta il vecchio cosacco -. Ho servito l’esercito dell’Urss e Putin è riuscito a farmi vergognare anche della mia giovinezza».