Ucraina. Non era Zelensky il bersaglio del raid. Lui insiste: «Più armi, subito»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (a sinistra) con il premier greco Kyriakos Mitsotakis hanno reso omaggio ieri alle vittime di un attacco con drone su un edificio residenziale a Odessa
Il missile russo caduto ieri sul porto sul porto di Odessa in Ucraina mentre era in corso la visita a sorpresa del presidente Volodymyr Zelensky accompagnato dall'omologo greco Kyriakos Mitsotakis, «non ha nulla a che fare con una visita specifica, bensì con il terrore che la Russia esercita in modo metodico». Lo chiarisce il centro stampa delle Forze di difesa del sud dell'Ucraina. Il missile si è abbattuto sulle infrastrutture portuali uccidendo cinque civili. Secondo Mosca, il bersaglio è stato centrato: si trattava di un hungar militare per la produzione di droni marini.
Nel mirino non c'era dunque il premier ucraino, i cui spostamenti sono segreti fino all'ultimo, né tantomeno il premier greco che lo affiancava e il cui coinvolgimento in un eventuale attacco avrebbe aperto scenari apocalittici essendo la Grecia membro della Nato.
Stando alla ricostruzione dei media ucraini, alle 10.41 di ieri (le 9.41 italiane) è stato annunciato un allarme aereo nella regione di Odessa e successivamente si è udita una potente esplosione in città. «Vedete con chi abbiamo a che fare. A loro non importa dove colpire», ha detto Zelensky in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.
Poco dopo la visita al porto, «abbiamo sentito il suono delle sirene ed esplosioni molto vicino a noi. Non abbiamo avuto il tempo di andare nei rifugi», ha raccontato il premier greco parlando di «un'esperienza impressionante».
Anche se i due leader non erano il bersaglio, non erano neanche esenti da rischi. Inimmaginabili le conseguenze, se nell'attacco fosse stata coinvolta la delegazione greca. Una considerazione che ha fatto gridare "alle armi" l'Unione Europea e il governo degli Stati Uniti. Perché la questione è sempre la stessa: armare l'Ucraina.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha condannato «fermamente il vile attacco» sottolineando che «nessuno è intimidito da questo nuovo tentativo di terrorismo, certamente non i due leader sul campo né il coraggioso popolo ucraino». Per il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, «l'attacco a Odessa è un altro segno delle tattiche vigliacche della Russia».
Per la Casa Bianca, gli attacchi contro Odessa dimostrano che gli aiuti militari all'Ucraina sono sempre più «urgenti», e anche Zelensky ha colto l'occasione per rinnovare l'appello a rafforzare il sostegno occidentale con difesa aerea e armi a lungo raggio. «Non può mancare il coraggio», ha esortato il presidente ucraino, «se abbiamo deciso per l'integrità territoriale dell'Ucraina e per la protezione del nostro popolo, non dovremmo esitare a fare passi avanti».