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Ucraina. Massacro di civili a Chernihiv, Mariupol rasa al suolo

I.Sol. giovedì 17 marzo 2022

Una donna piange una vittima di un bombardamento a Kiev

Le forze armate russe stanno intensificando gli attacchi a distanza sulle città ucraine, per compensare gli scarsi progressi nell'avanzata sul terreno. E a pagarne il prezzo sono soprattutto i civili. Sul fronte sud Mariupol è praticamente distrutta, e si temono fino a ventimila morti. Anche nel nordest Chernihiv e Kharkiv sono state bersagliate da nuove raffiche di bombe e colpi di mortaio, che hanno provocato decine di vittime tra i residenti. Attacchi cheil G7 ha condannato duramente, assicurando che "gli autori di crimini di guerra ne risponderanno".

La Russia, stima il Pentagono, ha lanciato più di 1.000 missili in queste prime tre settimane di invasione. Colpire dal cielo è una tattica per far collassare dall'interno i propri obiettivi, nella misura in cui la resistenza degli ucraini lungo il percorso e le difficoltà nei rifornimenti stanno impedendo alle truppe di Putin di entrare nei centri abitati. Gli effetti di questa morsa asfissiante sono evidenti a Mariupol, dove il 90% degli edifici è stato distrutto per i bombardamenti quotidiani dei russi, hanno affermato le autorità locali. All'indomani dal raid che ha raso al suolo il teatro che dava rifugio ad oltre mille sfollati, si è saputo che 130 persone sono sopravvissute e sono uscite dall'edificio distrutto. Mentre il governo di Kiev ha stimato che nella città martire sul Mar Nero le perdite tra i civili possano essere 20mila. Soltanto 30mila persone del resto sono riuscite a fuggire, mentre oltre 350mila restano sotto assedio senza acqua ed elettricità.


Maxar Technologies, una società privata statunitense, ha distribuito immagini satellitari raccolte il 14 marzo che mostravano la parola "bambini" in caratteri russi di grandi dimensioni, dipinta per terra fuori dall'edificio.



Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha affermato su Twitter che è stato deliberatamente e cinicamente preso di mira da un aereo da guerra russo, ma i dettagli non sono stati verificati in modo indipendente.

Il ministero della Difesa russo ha negato di aver attaccato il teatro.

Il sindaco di Mariupol ha parlato di "una terribile tragedia, non lo perdoneremo mai. Ma non ci arrenderemo". "Mariupol prima era una città di 400.000 mila persone, da tre settimane è in condizioni di sopravvivenza senza acqua, corrente elettrica. Viene colpita da missili in continuazione, anche i convogli umanitari vengono bombardati. Si stima che le perdite civili siano 20mila. Ieri è stato bombardato il teatro della città dove si rifugiavano 1200 donne e bambini. C'erano segnali che all'interno c'erano i bambini, ma il mostro ha colpito lo stesso". Lo ha detto il ministro della Difesa ucraina, Oleksii Reznikov, in collegamento con le commissioni Esteri e Difesa del parlamento europeo.

Una pioggia di fuoco russo è caduta anche su Chernihiv. Le vittime civili accertate sono oltre 50, tra cui una famiglia con tre bambini, ma potrebbero essere molte di più, hanno stimato le autorità regionali. Tra l'altro, tra i civili uccisi c'è anche un cittadino americano. Nell'area di Kharkiv l'artiglieria russa ha provocato almeno 21 morti e 25 feriti, colpendo nella notte la città di Merefa. Tra gli edifici distrutti, anche una scuola e un centro culturale. In un villaggio poco distante, KozachaLopan, è stato denunciato un raid con bombe a grappolo che ha ucciso almeno sei persone.

L'offensiva su Kiev sta procedendo allo stesso modo, con pesanti bombardamenti intorno alla capitale (un bambino di 2 anni è morto in un raid a Novy Petrivtsi), perché i russi sono impantanati. I generali ucraini hanno spiegato di essere riusciti a tenere l'artiglieria del nemico fuori dalla portata del centro e le truppe di Mosca sono lontane ancora 20 chilometri. Per tentare di superare questo stallo, l'Armata di Putin potrebbe ricorrere a breve a rinforzi esterni. Il controverso leader ceceno Ramzan Kadyrov, signore della guerra ceceno al servizio dello zar, è tornato ad annunciare che "migliaia" di suoi miliziani sono partiti per l'Ucraina. Ai
confini russi nel frattempo si stanno addestrando centinaia di mercenari siriani. Che secondo l'intelligence ucraina potrebbero
arrivare a decine di migliaia. A Kiev si teme anche un intervento della Bielorussia al fianco di Mosca. "Risponderemo ad un'escalation dell'Ucraina contro di noi", ha minacciato il presidente Aleksandr Lukashenko, e nel Paese sono riprese le esercitazioni militari.

Con il coinvolgimento di milizie e mercenari stranieri c'è il rischio che la guerra di Putin diventi ancora più sporca. Per l'Occidente tutto questo è inaccettabile e lo hanno ribadito i ministri degli Esteri del G7. Con una condanna agli "attacchi indiscriminati contro i civili" e alla "distruzione delle infrastrutture, degli ospedali, dei teatri e delle scuole". Ed un avvertimento: gli autori dei crimini di guerra dovranno renderne conto.

Diplomazia e negoziati tra Kiev e Mosca: a che punto sono?

"Da pochi giorni a una settimana e mezzo": questo l'orizzonte temporale entro il quale l'Ucraina punta ad arrivare ad un accordo di pace con la Russia, secondo quanto annunciato dal capo negoziatore di Kiev, Mikhailo Podolyak. Dieci giorni che diranno se è possibile non solo mettere fine al bagno di sangue ma anche rafforzare la sicurezza futura dell'intera Europa. A fare da garanti per tale intesa, fa sapere Ankara, dovrebbero essere diversi Paesi, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (compresa dunque la Russia), la Turchia e la Germania.

È dunque un accordo di vasto respiro quello al quale si sta lavorando, grazie al ruolo sempre più marcato della Turchia, il cui ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu è arrivato a Leopoli dopo colloqui avuti il giorno prima a Mosca. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a parlare al telefono con Vladimir Putin. Mentre il punto sulle trattative sarà fatto anche in una conversazione telefonica in programma venerdì tra il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping. Il possibile ruolo della Repubblica popolare, che ha ottimi rapporti di cooperazione con la Russia ma anche con l'Ucraina (di entrambi è il primo partner commerciale), è visto del resto come fondamentale da diverse fonti diplomatiche. Mentre il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è tornato intanto a riunirsi per esaminare la situazione sul terreno.

Le previsioni su un possibile accordo imminente, fatte da Podolyak in un'intervista al portale polacco Wirtualna Polska, non giustificano tuttavia ancora l'ottimismo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista alla Nbc, ha parlato infatti di negoziati ancora "abbastanza difficili". Il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba riconosce che la delegazione del suo Paese e quella della Russia sono ancora "lontane" da un accordo. Mentre secondo il segretario di Stato Usa Antony Blinken, Mosca non starebbe facendo "sforzi significativi" nelle trattative. D'altra parte, con buona pace dei negoziatori, l'unico a decidere in Russia resta Vladimir Putin, che oggi Biden è tornato a chiamare "un dittatore omicida" dopo avergli dato del "criminale di guerra". "Tutti cerchiamo la pace, ma purtroppo il presidente Putin non vuole la pace", ha chiosato anche il premier Mario Draghi.

Reuters


Il presidente ucraino Zelensky in collegamento video con Berlino è stato accolto da una standing ovation. Così come era accaduto nella giornata di mercoledì dal Congresso Usa: "Il nostro Paese vive l'11 settembre da tre settimane", aveva detto davanti agli americani.

"Si alza un muro sempre più forte fra l'Ucraina e l'Europa" ha affermato il presidente Zelensky al Bundestag tedesco. "Questo muro è più forte, con ogni bomba che cade in Ucraina, con ogni decisione che non viene presa nonostante il fatto che voi potreste aiutarci". "Abbiamo sempre detto che Nord Stream 2 fosse un'arma e abbiamo sentito rispondere che fosse economia, economia, economia", ha aggiunto. "Anche adesso esitate sull'ingresso dell'Ucraina nell'Europa. E' un'altra pietra per il muro", ha continuato nel suo discorso. "Abbiamo percepito resistenza, percepiamo che volete economia, economia economia", ha incalzato il Parlamento e il popolo tedesco.

Non è mancata mercoledì la replica di Putin che è sembrato ossessionato dall'essere accerchiato: "Il nostro obiettivo non è occupare l'Ucraina". A subire "un vero genocidio" è stato il Donbass, dall'occidente un atteggiamento da "pogrom" e gli Usa devono "fermare la fornitura di armi" a Kiev.

Ma la Nato ha annunciato che continuerà "a fornire un supporto significativo" all'Ucraina, "inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e umanitari". Anche se alla no-fly zone, chiesta ancora da Zelensky, continua a venire opposto un netto rifiuto.

Dopo il discorso di Zelensky, il presidente Usa Joe Biden ha definito Putin "criminale di guerra" e ha annunciato altri 800 milioni di aiuti a Kiev, anche droni e armi antiaeree. "Putin sta infliggendo devastazione e orrore, bombardando appartamenti e reparti di maternità", ha twittato l'inquilino della Casa Bianca, indignato anche dalle notizie sulle forze russe "che hanno preso in ostaggio centinaia fra medici e pazienti" a Mariupol. "Queste sono atrocità, un oltraggio per il mondo", ha tuonato Biden.

Parole gravi che evidentemente hanno toccato lo zar russo, sempre più isolato, tanto che la replica del Cremlino è arrivata quasi immediata. "Le parole di Biden su Putin sono inaccettabili ed imperdonabili", ha affermato il portavoce Dmitry Peskov. "Riteniamo inaccettabile e imperdonabile tale retorica da parte di un capo di Stato le cui bombe hanno ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo", ha aggiunto Peskov.

Italiani bloccati a Kherson: chi sono

"Oggi il pensiero è di cercare benzina". Lo dice all'Agi Giovanni Bruno che fa parte di un gruppo di una quarantina di italiani bloccati a Kherson, in attesa che si possa aprire un corridoio umanitario per fuggire dalla guerra in Ucraina.

"Ieri (mercoledì, ndr) abbiamo ricevuto un messaggio dalla Farnesina che ci chiedeva se avevamo disponibilità di una autovettura". Giovanni spiega che già di prima mattina i suoi suoceri sono andati a cercare carburante. "Penso che la Farnesina stia verificando le disponibilità di ogni nucleo famigliare, nel caso si organizzasse un convoglio. Insomma quante macchine e quante persone, quanti mezzi servono. Qui le macchine non sono così tante come in Italia. Per fare un esempio, qui a Kherson ce ne sarà una ogni dieci famiglie o più. Chi possiede un'automobile è benestante". Pare che al momento "ve ne sia disponibile", ma non è chiaro quanto.

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Gli attacchi russi in Ucraina: come procedono

Nella notte sono proseguiti i bombardamenti russi. Navi russe hanno bombardato dal mar Nero le coste vicino a Odessa. Colpiti edifici residenziali a Kiev e Kharkiv, 13 civili in coda per il pane uccisi a Chernihiv.

A Merefa – una città di circa 20mila abitanti vicino a Kharkiv – è stata bombardata una scuola alle 3:30 circa (ora locale).