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Crisi di Kiev. Ucraina, l'intesa di Ginevra non decolla

venerdì 18 aprile 2014
Malgrado l'accordo di conciliazione raggiunto nel vertice a quattro di giovedì a Ginevra, la situazione in Ucraina non è sostanzialmente cambiata: le milizie filo-russe delle regioni orientali non hanno accettato di deporre le armi, come previsto dal documento, e le autorità di Kiev di conseguenza hanno ammesso di non fidarsi.Combattimenti sarebbero ancora in corso a Slaviansk, nella regione di Donetsk, uno dei punti nevralgici del conflitto tra governativi e separatisti: secondo testimoni oculari, un commando di paracadutisti avrebbe assaltato e distrutto un posto di blocco degli insorti a Serheyevka, villaggio situato alle porte della città, uno dei tanti eretti dai russofoni per bloccarne gli accessi. Sarebbero risuonate raffiche di armi automatiche, e almeno una persona sarebbe rimasta uccisa. La zona sarebbe sorvolata da elicotteri militari. I sei blindati strappati l'altroieri a una colonna dell'Esercito regolare restano parcheggiati in strada.Dal canto suo il leader dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha avvertito che l'intesa ginevrina non vincola i secessionisti, aggiungendo che i suoi seguaci sgombereranno gli edifici pubblici occupati, come stabilito, soltanto quando l'attuale dirigenza di Kiev si sarà fatta. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a Ginevra "non ha firmato nulla per nostro conto, lo ha fatto soltanto per conto della Federazione Russa da parte", ha ammonito Pushilin, che ha guadagnato una dubbia notorietà con il controverso ordine di registrazione forzata, pena l'espulsione, impartito due giorni fa ai concittadini di fede ebraica.Gli ha indirettamente replicato il premier ad interim Arsenyi Yatsenyuk: davanti alla Rada Suprema, il Parlamento, Yatsenyuk ha spiegato che l'accordo è stato sì sottoscritto, ma "non nutriamo alcuna ragionevole aspettativa" su quello che ne scaturirà. Poi una contro il Cremlino: "La Russia non aveva altra possibilità che firmare, e condannare l'estremismo", ha sottolineato. "Avendo apposto la sua firma, ha in effetti chiesto a certi 'manifestanti pacificì, muniti di fucili d'assalto e di batterie di missili anti-aerei, di deporre le armi e di consegnarle", ha ironizzato.Alla frontiera tra i due Paesi, nel frattempo, decine di cittadini russi che cercavano di varcarla sarebbero stati sistematicamente respinti.