In Ucraina orientale, la regione russofona, lo scontro militare è sempre più duro.
Donetsk è sotto assedio. Le truppe di Kiev circondano quasi completamente la roccaforte dei separatisti e invitano i civili ad abbandonarla prima dell'attacco finale. Mosca accusa le truppe ucraine di aver trasportato nell'area i micidiali missili balistici Tochka-u, Smerch e Uragan.
L'amministrazione ribelle di Donetsk riferisce di violenti
scontri nel pomeriggio nella zona di Marinka, nella periferia
sud-occidentale. I comandi militari ucraini sostengono di aver
aperto dei corridoi umanitari per consentire l'evacuazione della
città, ma, secondo la versione delle autorità di Kiev, i
miliziani starebbero ordinando ai civili d'imbracciare le armi
contro i soldati ucraini. La situazione è confusa e circolano notizie non
verificabili di rapimenti, uccisioni, vandalismi e ruberie.
La guerra nell'Ucraina sud-orientale, in cui finora hanno
perso la vita più di 1.100 persone, sembra volgere a favore
dell'esercito di Kiev, che oggi ha annunciato la riconquista
della cittadina di Iasinuvata, un importante snodo ferroviario
circa 20 chilometri a nord di Donetsk.
Il caso dei soldati di Kiev che, accerchiati, si rifugiano in Russia
Ma nonostante i successi
sul campo di battaglia, il governo ucraino deve far fronte a una
situazione imbarazzante: secondo Mosca, 438 soldati si sono
rifugiati nella notte in Russia attraversando il confine a
Gukovo. Ed è proprio nei pressi di questo paese nella regione
di Rostov che si trova adesso la maggior parte di questi
militari, accolti dalla Russia, mentre, sempre secondo Mosca,
circa 180 sono tornati in patria. Il governo ucraino ha dovuto
confermare la notizia e in serata ha precisato che al momento in
territorio russo ci sono 311 militari ucraini.
Secondo un portavoce delle truppe ucraine, Oleksii
Dmitrashkovski, i soldati rifugiatisi in Russia appartengono
alla 72/a brigata meccanizzata, che era stata circondata dal
nemico: "Dopo un attacco durato quasi quattro ore - ha spiegato
- è stato deciso di dividere la brigata. Una unità ha sfondato
l'accerchiamento e un'altra ha coperto i compagni fino a che non
ha finito le munizioni" per poi rifugiarsi in territorio russo.
Ma uno degli ufficiali del reparto che ha sconfinato, il
maggiore Vitali Dubiniak, dà una versione decisamente diversa
da quella di Kiev, e denuncia che lui e i suoi uomini sono stati
abbandonati dal comando centrale e hanno combattuto per due
settimane a corto di munizioni e carburante, mentre anche le
scorte di cibo si stavano esaurendo.
Morti 5 soldati ucraini
E i violenti combattimenti, in cui tra ieri e oggi sono
morti almeno altri cinque soldati ucraini, continuano a
complicare le operazioni degli esperti internazionali nella zona
di Torez, dove sono disseminati i frammenti del Boeing 777 in
volo da Amsterdam a Kuala Lumpur abbattuto il 17 luglio e i
resti di alcune delle 298 vittime.
L'aereo abbattuto
Oggi un centinaio di periti
olandesi, australiani e - per la prima volta - malesi, hanno
lavorato nell'area per il quarto giorno di fila, mentre i resti
umani scoperti di recente sono stati inviati in Olanda (da dove
provenivano 193 delle persone morte nella tragedia).
L'abbattimento dell'aereo della Malaysia Airlines ha deteriorato
ulteriormente le già infuocate relazioni tra Russia e
Occidente, secondo cui a causare la strage sono stati
probabilmente i separatisti, che avrebbero aperto il fuoco con
un sistema missilistico terra-aria fornito loro dalla Russia. Il
Cremlino nega però ogni coinvolgimento e i filorussi sostengono
che ad abbattere il Boeing possa essere stato un caccia ucraino.
Le sanzioni
Bruxelles e Washington hanno comunque varato nuove e più
pesanti sanzioni contro Mosca, volte a colpire interi settori
dell'economia russa. E i primi risultati cominciano già a farsi
vedere, con la Dobroliot Airlines, una controllata low cost
dell'Aeroflot, costretta a sospendere i voli dopo neanche due
mesi.
Controsanzioni
Anche la reazione russa non si è fatta attendere: il
Cremlino sta bloccando le importazioni di alcuni prodotti
occidentali, e sotto il mirino delle autorità russe è ora
finito anche il Kentucky Gentleman Bourbon, un whisky prodotto
in Usa che, secondo Mosca, conterrebbe "sostanze nocive" per la
salute.
Intanto la chiusura dei rubinetti del gas russo verso l'Ucraina decisa da
Mosca a giugno ha costretto a interrompere le forniture di acqua
calda nella capitale ucraina almeno fino a settembre.