Analisi. In Europa 150 nuove bombe nucleari tattiche, Biden accelera lo schieramento
Non abbiamo imparato molto dalla storia. La bomba atomica distrugge Hiroshima il 6 agosto 1945, alcune armi nucleari tattiche che saranno schierate in Europa avranno 5 volte la potenza di quella fotografata mentre esplode
Non ci voleva proprio. Anziché tentare di riannodare i fili del dialogo con Mosca, Washington ha avuto l’idea di anticipare di oltre un anno lo schieramento di 150 bombe nucleari tattiche di nuova generazione in Europa.
Si obietterà che lo scenario è teso e che è la risposta all’escalation russa. Dal 2014, la dottrina russa ha puntato troppe carte sulle testate sub-strategiche. È arrivata ad ammetterne l’impiego in caso di minaccia agli interessi vitali della Federazione. Alzando il livello dello scontro, il Cremlino ha finito per legittimare il mantenimento di una componente nucleare statunitense in Europa, in barba al regime di non proliferazione.
Secondo le indiscrezioni raccolte da “Politico”, solo gli Stati Uniti deterranno i codici di attivazione delle nuove testate, che si chiameranno B-61 modello 12 e subentreranno alle varianti 3 e 4 a partire da dicembre. È sempre stato così.
C’è però una novità. Fino a poco tempo fa si sapeva che i Paesi coinvolti sarebbero stati il Belgio, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi e la Turchia. Ma a inizio anno, la Nato ha fatto filtrare un dettaglio inedito: un sesto alleato europeo ospita ed ospiterà le bombe americane, detenute in regime di doppia chiave. La Federazione degli scienziati americani, che si batte da una vita per il disarmo nucleare, ha individuato nella Grecia il sesto paese.
Tutti saranno chiamati a contribuire con piloti e aerei, per ora cacciabombardieri F-16 e Tornado, in attesa che gli F-35 completino la certificazione, prevista entro il 2024. In caso di scontro nucleare con la Russia, la catena di comando è precisa: ad azionare il fuoco atomico sarebbe una decisione statunitense e della Nato, ma i governi che ospitano le bombe conserveranno la libertà di opporvisi per motivi politici.
È quasi certo che nessun governo autorizzerebbe un raid nucleare se i suoi territori non fossero attaccati direttamente con armi atomiche. Sta di fatto che le nuove bombe permetteranno alla Nato e agli americani di graduare un’eventuale rappresaglia, perché le B-61-12 avranno potenza termonucleare regolabile da 0,3 a 50 kilotoni, l’ultima delle quali cinque volte superiore alla deflagrazione che si abbatté su Hiroshima.
Nonostante gli alleati occidentali sapessero da oltre un mese dell’accelerata americana, il piano svelato da Politico affonda le radici in otto anni di programmazione. Tutte le basi europee sono state potenziate per tempo nei sistemi di comando, nelle infrastrutture, nelle piste, nei perimetri di sicurezza e nei bunker a partire dal 2015.
La base italiana di Aviano è già pronta, mentre a Ghedi sono in corso enormi lavori di modernizzazione. L’addestramento alle novità partirà con l’anno entrante. Alle mille-2mila testate tattiche russe, gli americani risponderanno inizialmente con 480 B-61-12. Un incubo che sembra senza fine.