Orrore ad Haiti. Assassinato il sacerdote che assisteva gli orfani
Padre André Sylvestre
Era appena uscito dalla banca con una borsa sottobraccio. Un rischio mortale nell’Haiti ostaggio delle bande armate, proliferate nel caos politico che tiene in ostaggio l’isola da oltre un anno. Mafie dei poveri, composte da giovani e giovanissimi disperati e senza futuro ma ben armate, tanto da far sospettare oscuri legami con la politica. Sono stati due ragazzi di una gang, a bordo di una motocicletta, a sparare in pieno giorno contro padre André Sylvestre, 70 anni, parroco di Nostra Signora della Misericordia di Robillard, a Cap-Haïtien, seconda città del Paese. I killer si sono poi lanciati sul borsello, l’obiettivo della loro furia omicida. Ma non sono riusciti a prenderlo a causa della folla che ha circondato il sacerdote.
Quest’ultimo, ancora vivo, è stato portato all’ospedale dove è morto poco dopo.
Il delitto ha avuto forte impatto nell’opinione pubblica. Padre André era molto amato a Cap-Haïtien dove dirigeva un orfanotrofio e assisteva i senza dimora.
Il suo assassinio è segno eloquente della crisi haitiana, ormai fuori controllo. I preti sono stati a lungo considerati “intoccabili” per la loro attività a favore degli ultimi. La linea rossa è stata superata ad aprile quando un gruppo di cinque sacerdoti, due suore e sette laici è stato rapito mentre si recava a Messa a Croix-des-Bouquets, poco fuori Port-au-Prince. Il sobborgo è territorio della banda “400 Mawozo”: mai prima, però, questa aveva preso di mira dei religiosi. «Siamo arrivati a una situazione disumana», aveva denunciato la Chiesa haitiana. Ora, addirittura, un sacerdote è stato ucciso.
I sequestri sono cresciuti esponenzialmente da gennaio: se ne conta almeno uno al giorno. Un dato parziale dato che la maggior parte dei rapimenti – in genere lampo – non vengono denunciati.