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Colombia. Un'altra firma per far ripartire la pace

Lucia Capuzzi giovedì 24 novembre 2016

Il killer l’ha seguito dentro la chiesa di Santa Cecilia. Poi, mentre l’arcivescovo Dario de Jusús Monsalve, celebrava la Messa in occasione della festa patronale, l’ha crivellato di proiettili. Il 35enne Fernando Padilla Toro è morto poco dopo in ospedale. Un crimine orrendo, che ha sconvolto i fedeli ed è stato duramente condannato da monsignor Monsalve. Tuttavia, come riporta l’agenzia Fides, non è la prima volte che i sicari agiscano fin dentro i luoghi sacri. Due anni fa, nella stessa parrocchia, erano state assassinate altre due persone.

Il nuovo delitto è avvenuto qualche ora prima della firma dell’accordo di pace a Bogotà con cui il governo e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) vogliono mettere fine a 52 anni di guerra. Una prima intesa era stata bocciata al referendum del 2 ottobre. Le parti non si sono, però, arrese e hanno rinegoziato in tutta fretta un nuovo testo. Siglato al Teatro Colon dal presidente Juan Manuel Santos e dal leader delle Farc, Timochenko.

Lo stop aveva lasciato in processo di pace in una rischioso empasse. In particolare, la polarizzazione politica ha fatto aumentare la violenza nelle ultime settimane. Nella regione del Cauca, tra ottobre e novembre, sono stati uccisi vari attivisti indigeni. Le comunità sospettano di un’offensiva dei paramilitari nel tentativo di colmare il vuoto criminale lasciato dalle Farc. Una delle vittime, affermano forze di polizia, era fratello di Padilla. Gli inquirenti stanno indagando per vedere se c’è una relazione fra i due omicidi.