Al-Qaeda in Iraq è stata «decapitata». E questa volta per davvero. In un’operazione condotta dall’intelligence irachena, con il supporto dei servizi americani, sono stati uccisi i due massimi leader della Rete nel Paese: Abu Ayyub al-Masri e Abu Omar al-Baghdadi. Non è la prima volta che la loro morte viene annunciata dalla forze afghane. E tre anni fa era stato lo stesso governo a dire che al-Masri era stato ucciso da un clan sunnita. Ma ieri sono state mostrate le foto dei due corpi senza vita e gli americani ne hanno confermato l’identità tramite l’esame del Dna. È stato il premier iracheno Nouri al-Maliki a dare la notizia dell’operazione (e non l’avrebbe mai fatto, in un momento politico tanto delicato, senza la certezza del successo raggiunto). Ha spiegato che un commando di agenti speciali si è mosso negli ultimi due giorni a Thar-Thar, un’area rurale a 80 chilometri a ovest di Baghdad, considerata una roccaforte di al-Qaeda. E poi ha sferrato l’attacco finale. «Le forze di terra hanno circondato la casa – del terrorista – e in seguito sono intervenuti gli americani con i missili», ha spiegato Maliki in conferenza stampa. «Anche le forze Usa hanno partecipato », ha voluto sottolineare. Maliki ha aggiunto che la casa è stata distrutta e i due corpi sono stati trovati in una buca nel terreno nella quale si nascondevano. Secondo al-Maliki, i due capi terroristi «stavano pianificando una serie di attentati da eseguire nei prossimi giorni contro le chiese di Baghdad». Un provvidenziale colpo di scena per il premier uscente, che sta conducendo intense e delicate trattative per ottenere la riconferma del suo mandato alla guida del governo, nonostante alle elezioni parlamentari del 7 marzo scorso sia stato sconfitto, di misura, dal rivale Iyad Allawi. Un colpo di scena arrivato proprio ieri, insieme al via libera della Commissione elettorale per una nuova conta, manuale, di circa 2,5 milioni di voti espressi, così come aveva chiesto lo stesso al-Maliki. Il premier torna insomma a sperare. E torna a insistere sul tema della sicurezza. Nel corso della campagna elettorale aveva puntato molto sul significativo aumento della stabilità registrato negli ultimi tre anni in gran parte del Paese. Negli ultimi mesi, però, tali progressi hanno segnato il passo, fino alla terribile ondata di attentati che ha insanguinato il Paese nel periodo elettorale, causando centinaia di morti. Ora, l’uccisione di al Masri e al-Baghdadi fissa un punto a favore di al- Maliki. Che incassa anche la soddisfazione degli Usa: «È un colpo potenzialmente devastante per al- Qaeda », ha detto il vicepresidente Joe Biden, che ha definito l’azione «un’importante pietra miliare» nel rafforzamento delle forze di sicurezza irachene. Al- Baghdadi era noto come « l’emiro dello Stato islamico in Iraq», cioè l’alleanza di gruppi terroristi con a capo al-Qaeda, il cui “ramo” iracheno era a sua volta guidato da al-Masri sin dall’uccisione nel giugno 2006 del suo predecessore, il giordano Abu Mussab al- Zarqawi. A lungo si è detto che al Baghdadi era in realtà solo una figura « virtuale » , per accrescere l’immagine di al-Qaeda in Iraq, dandogli un presunto leader locale. Non a caso il suo nome indica la provenienza da Baghdad, visto che al- Masri era invece di origine egiziana.