Sedici persone sono state arrestate oggi in Turchia, compresi i
figli di due ministri e il direttore generale della banca pubblica Halkbank, con l'accusa di
corruzione. Lo hanno reso noto le tv turche Ntv e Cnn-Turk.Gli arrestati sono i figli dei ministri degli Interni e dell'Economia. La "tangentopoli" turca, che sta mettendo a dura prova il governo del primo ministro
Recep Tayyip Erdogan, ha già portato nei giorni scorsi a decine di altri arresti. Tra le accuse: corruzione, frode, traffico illecito d'oro e appropriazione indebita.
LA TANGENTOPOLI SUL BOSFOROLa tangentopoli turca si allarga e il
premier Recep Tayyip Erdogan cerca di oltrepassare la crisi più
seria della sua storia politica mentre molte delle teste che
contano tra Ankara e Istanbul cadono come birilli e le
quotazioni della lira turca precipitano toccando i minimi
storici.
Negli ultimi giorni sono stati
rimossi 14 capi della polizia e la
giustizia turca ha formalizzato le accuse nei confronti di otto
delle
decine di nomi eccellenti vicini al capo dell'esecutivo
finiti da martedì nelle maglie del blitz anticorruzione della
polizia finanziaria.Per
favori, mazzette e arricchimenti illeciti di vario genere
restano in carcere i protagonisti più importanti della ragnatela
delle tangenti, in particolare Baris Guler, Salih Kagan Caglayan
e Oguz Bayraktar, figli dei ministri degli Interni Muammer
Guler, dell'Economia Zafer Caglayan e della Pianificazione
Urbana Erdogan Bayraktar. Con loro rimangono detenuti il sindaco
Akp di Fatih, a Istanbul, Mustafa Demir, gli imprenditori Ali
Agaoglu e Ruiza Sarraf, il direttore generale della banca
pubblica e quattro collaboratori dei ministri Bayraktar e
Caglayan.
Ed è difficile capire come
Erdogan, che ha parlato di
complotto pilotato "dall'estero" contro il suo governo e sta
procedendo a una serie di "purghe" per garantirsi la
sopravvivenza politica, possa uscire senza troppi danni da una
vicenda che lo mette in seria difficoltà a tre mesi dalla
verifica delle elezioni municipali.
L'opposizione ha definito la vicenda "il più grande scandalo
della storia della repubblica". I giornali antigovernativi
sparano a zero contro la corruzione della nomenclatura del
governo islamico. E molti ci vedono anche la mano degli ex
alleati della potente confraternita islamica guidata dal
predicatore Fetullah Gulen in rotta con il premier.
Intanto la tangetopoli del Bosforo ha avuto immediate
ripercussioni sui mercati finanziari. La quotazione della lira
turca nei confronti del dollaro e dell'euro è precipitata ai
minimi storici. E
anche se la banca centrale turca è intervenuta per sostenere la
sua divisa, è opinione tra i commentatori che la stabilizzazione
non sarà né semplice né immediata, anche perché l'economia è in
sofferenza, il deficit pubblico elevato e il tasso d'inflazione
è superiore al 7% annuo.