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Istanbul. Turchia, la giornata del lutto e della rabbia

giovedì 15 maggio 2014
La Turchia in lutto ha pianto le centinaia di minatori morti nell'inferno di Soma con uno sciopero nazionale di 24 ore. Nel giorno dei primi funerali delle vittime, sepolte in fosse comuni, le grandi città del Paese hanno reso omaggio ai caduti di questa tragedia e per il secondo giorno consecutivo il dolore si è trasformato in rabbia. A Smirne, vari sindacalisti sono stati ricoverati dopo gli scontri con la polizia che ha usato i gas lacrimogeni e gli idranti per disperdere una protesta a cui hanno partecipato più di 20.000 persone.A due giorni dall'incendio che ha fatto saltare la luce elettrica, chiuso gli impianti di ventilazione e bloccato gli ascensori della miniera, intrappolando centinaia di operai a mille metri di profondità, i soccorritori stanno ancora cercando di raggiungere i corridoi della miniera di carbone. I morti accertati finora sono 282, ma rimangono davvero poche speranze di trovare superstiti fra il centinaio di minatori che mancano all'appello. La rabbia della gente è esplosa senza freni mercoledi quando a Soma è stato assaltato il convoglio del premier Recep Tayyip Edogan, alla guida di un establishment considerato troppo vicino ai magnati delle miniere e incapace di far applicare gli standard di sicurezza. Oggi sul posto è giunto il presidente Abdullah Gul e la polizia ha bloccato le strade per diversi chilometri, perquisendo ogni auto in transito. Il clima, però, è stato diverso: Gul si è unito "al dolore dell'intera nazione turca" e ha promesso un'inchiesta e che si farà luce sull'accaduto. Destano invece ancora stupore le parole di Erdogan, secondo cui un incidente di questa entità "non è inusuale" e che ha citato l'Inghilterra industriale dell'Ottocento e i disastri minerari di Cina e India. Né gli ha giovato la foto che ritrae un suo collaboratore mentre rifila un calcio a un parente di una delle vittime, bloccato a terra da due soldati.Per denunciare le condizioni di lavoro nelle miniere di carbone privatizzate, vari sindacati hanno proclamato per oggi uno sciopero nazionale. A Smirne, nelle strade sono scese 20mila persone che la polizia ha cercato di fermare con gli idranti; proteste anche a Mersin e Antalya; a Istanbul, la polizia ha bloccato una manifestazione e chiuso un'importante arteria di traffico. Ad Ankara un migliaio di operai ha tentato di marciare verso il ministero del Lavoro: alcuni indossavano caschi e sventolavano bandiere con l'immagine di Che Guevara. "Il fuoco di Soma brucerà l'Akp", scandivano riferendosi al partito Giustizia e Sviluppo di Erdogan che però nelle elezioni di marzo, a dispetto di tutti i pronostici, ha vinto con ampio margine le elezioni.