L'attacco sui social. Tunisia, su twitter le foto degli ostaggi
Gigio Ranciliomercoledì 18 marzo 2015
Sarà anche inevitabile in una società sempre connessa attraverso agli smartphone, ma fa effetto vedere su twitter le foto dei turisti presi in ostaggio a Tunisi, pochi minuti dopo l'attacco.È il nuovo sistema mediatico, sempre più veloce e capace di arrivare (quasi) ovunque in pochi minuti.Certo, ma mentre guardi le facce degli ostaggi - tutto sommato tranquille, vista la situazione che tranquilla non è - ti vengono in mente i parenti e gli amici di quelli che per te sono volti senza nome, ma che per altri sono madri, padri, fratelli, sorelle, amici, nipoti.È giusto pubblicarle?Probabilmente sì, visto che sarebbero (il condizionale è d'obbligo in momenti così confusi) stati gli stessi ostaggi a farle e tweettarle. Eppure, quando tutto sarà più tranquillo, dovremo farci delle domande in merito. E non solo perché in quegli scatti appaiono anche bambini (i cui volti abbiamo oscurato nello scatto che proponiamo).