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Le Primavere mancate. Terza notte di rivolte in Tunisia: cinquecento gli arresti

Redazione Esteri giovedì 11 gennaio 2018

Dilagano le proteste contro il carovita in Tunisia, tornata in piazza a 7 anni dall'inizio della primavera che
portò alla deposizione del dittatore Zine al-Abidine Ben Ali. La terza notte consecutiva di violenze ha coinvolto gran parte delle città del Paese nordafricano, con un bilancio di 504 arresti e 40 poliziotti feriti. A Siliana, nel nord-ovest, giovani manifestanti hanno lanciato sassi e bottiglie molotov contro la polizia e hanno cercato di fare irruzione in un tribunale nel centro della città. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni, riferisce l'emittente televisiva francese BFMTV.


Gli scontri si sono ripetuti a Kasserine, dove manifestanti giovanissimi sotto i 20 anni tentano di bloccare strade bruciando pneumatici e lanciano sassi contro le forze di sicurezza. Da questa città nel nord-ovest del Paese arrivano voci di jihadisti infiltrati tra i manifestanti. Alla fine di agosto l'esercito effettuò n'imponente operazione antiterrorismo durata giorni, dopo un'imboscata di matrice jihadista sul monte Sammmama contro una pattuglia militare. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell'Interno, Khelifa Chibani, citato dai media locali, sono state arrestate 328 persone coinvolte in episodi di saccheggio e violenza; 21 agenti sono rimasti feriti e 10 veicoli delle forze dell'ordine sono stati danneggiati. Chibani ha tuttavia sottolineato che c'è stato un miglioramento della situazione della sicurezza, con "una significativa diminuzione della violenza e del vandalismo rispetto alle due notti precedenti". l portavoce ha aggiunto che gruppi di violenti hanno dato alle fiamme il distretto della sicurezza nazionale e il domicilio di un agente a Thala, nel governatorato di Kasserine.

La crisi economica

Al momento il Paese sta affrontando un'impennata dei prezzi di diversi beni di prima necessità, mentre il bilancio dello stato ha visto affrontare una sostanziale diminuzione delle risorse a disposizione del governo. La legge di bilancio per il 2018 ha previsto l'aumento dei prezzi del pane e di altri beni di prima necessità per la prima volta dalla rivoluzione del 2011.

La Tunisia è alle prese con un'elevata disoccupazione dal momento che gli investimenti stranieri si sono prosciugati dalla caduta della dittatura di Ben Ali, mentre gli attacchi dei miliziani islamisti hanno colpito il settore vitale del turismo. Il Paese nordafricano è inoltre sotto pressione da parte del Fondo monetario Internazionale (Fmi) per tagliare il deficit e riformare la propria economia, con massicci licenziamenti previsti e privatizzazioni nel settore pubblico.

Schierati i militari

Intanto il governo tunisino ha deciso, nella mattina di ieri, di schierare anche l'esercito per contenere le proteste. I soldati sono stati inviati a Thala, vicino al confine con l'Algeria, a Susa, a Kebeli e a Bizert. Il portavoce del ministero dell'Interno, Khelifa Chibani, ha anche fornito i dati relativi a tre giorni di manifestazioni e scontri: sono più di 600 le persone arrestate, ceninaia anche i feriti ricoverati negli ospedali.