Stati Uniti. Trump citato in giudizio per molestie sessuali
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (Epa)
Dopo Harvey Weinstein, tocca a Donald Trump. Il presidente americano è stato citato in giudizio da un'ex concorrente del reality show “Apprentice”, Summer Zervos, che lo scorso anno lo accusò di molestie sessuali. I legali della donna, riferiscono i media americani, hanno chiesto che sia messa a disposizione tutta la documentazione relativa al caso della loro assistita e a quello di altre donne, almeno una decina, che hanno denunciato abusi da parte del capo della Casa Bianca.
La richiesta era stata presentata nel marzo 2017, ma è giunta all'attenzione della corte solo lo scorso mese. Nell'ottobre del 2016, durante gli ultimi mesi della campagna elettorale per le presidenziali, Summer aveva rivelato pubblicamente che il tycoon, nel 2007, la baciò sulla bocca due volte durante un pranzo di lavoro nel suo ufficio di New York. Mentre in un'altra occasione, a Beverly Hills, oltre a baciarla aggressivamente, le toccò anche il seno. Trump negò subito le accuse. «Per essere chiaro - aveva affermato - non l'ho mai incontrata in un albergo o accolta in modo inopportuno un decennio fa. Non sono una persona del genere e quella non è la mia condotta di vita. La Zervos, infatti, ha continuato a chiedermi aiuto. Lo scorso 14 aprile mi ha anche inviato una email per chiedermi di visitare il suo ristorante in California». Ma quella di Zervos fu solo una delle decine di accuse di molestie che arrivarono contro Trump dopo la pubblicazione sul magazine online Access Hollywood di un audio shock risalente al 2005 in cui l'attuale inquilino della Casa Bianca, non sapendo di essere registrato, diceva al conduttore di una trasmissione tv: «Quando sei una star, le donne te lo lasciano fare. Puoi fare ogni cosa». Queste donne, definite delle «bugiarde» dal tycoon, vengono menzionate nella citazione in giudizio avanzata da Zervos che ha denunciato Trump per diffamazione ed ora è assistita da una delle più famose donne avvocato, Gloria Allred. Secondo i difensori di Trump, le accuse sono «politicamente motivate» e la causa intentata dalla Zervos «non ha alcun merito legale» e quindi dovrebbe chiudersi rapidamente. Di parere contrario i legali della donna, secondo cui «questo caso non concerne un dibattito politico, né la Zervos era un avversario politico o un commentatore politico ingaggiato dall'opposizione». «Il convenuto ha usato la sua fama e il suo potere per abusare della nostra assistita una seconda volta», sostengono.