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Usa. Dopo il salvataggio della Corte, Trump ottiene il rinvio della sentenza a New York

Redazione Esteri martedì 2 luglio 2024

Donald Trump

La sentenza di Donald Trump per i soldi alla pornostar Stormy Daniels, prevista l'11 luglio, slitta al 18 settembre dopo la decisione della Corte Suprema sull'immunità presidenziale. La Procura di Manhattan ha infatti accolto la richiesta dei legali di Donald J. Trump di rinviare la sentenza sul caso del pagamento alla pornostar. La richiesta degli avvocati di Trump è legata alla sentenza della Corte Suprema, hanno spiegato i legali.

Joe Biden - Ansa


Dura anche la reazione di Joe Biden alla sentenza della Corte Suprema, mentre domani concederà alla Cbs la prima intervista dopo la decisione dei giiuydici di Washington. «Non ci sono re in America. Ognuno di noi è uguale davanti alla legge. Nessuno, nessuno è al di sopra della legge, nemmeno il presidente degli Stati Uniti». Parole dure quelle pronunciate l’altra notte alla Casa Bianca dal presidente Joe Biden per condannare la decisione della Corte Suprema che ha concesso una parziale immunità a Donald Trump. «Questa nazione – ha detto – è stata fondata sul principio che non ci sono re in America», ma con «la decisione della Corte tutto è cambiato radicalmente per tutti gli scopi pratici». A questo punto, «non ci sono praticamente limiti a ciò che il presidente può fare. È un principio fondamentalmente nuovo ed è un precedente pericoloso perché il potere non sarà più limitato dalla legge, nemmeno dalla Corte Suprema degli Stati Uniti», ha avvertito Biden.

In serata poi la Casa Bianca ha cominciato il fuoco di sbarramento mentre il primo deputato tra gli eletto democratici ha usato la parola "ritiro" in una dichiarazione pubblica. "Spero che prendera' la decisione difficile e dolorosa di ritirarsi - si legge in una nota del parlamentare texano Lloyd Doggett, di pochi anni piu' giovane del presidente - Gli chiedo rispettosamente di farlo. Non deve consegnarci a Trump nel 2024". La decisione di uscire allo scoperto, ha spiegato Doggett, "non è stata presa alla leggera e non intacca il rispetto" per il capo democratico della Casa Bianca. Ma "il suo impegno è nei confronti del Paese e per questo chiedo il suo ritiro".

Poco dopo la risposta arrivata da Pennsylvania Ave: un test cognitivo per Joe Biden "non è necessario ha tagliato corto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. Il presidente americano "sa come riprendersi", ha detto in conferenza stampa la portavoce della Casa Bianca dopo il disastroso dibattito del leader democratico contro Donald Trump. La portavoce ha assicurato che l'esecutivo americano "non nasconde assolutamente" informazioni sulla forma fisica del presidente. "La domanda sulla salute di Joe Biden è una domanda giusta, legittima - ha aggiunto la portavoce - ma il presidente ha già ammesso che è stata una brutta serata, che non è più giovane né' dibatte come una volta ma ha assicurato che è' in grado di fare il suo lavoro, di portare risultati e di dire la verità".

Infine una suggestione affascina l'America: se più di un sondaggio indica che il 70 per cento degli americani non vuole un presidente malato e un terzo dei democratici pensa che dovrebbe fare un passo indietro, le rilevazioni sulla ex first lady Michelle Obama fanno scontille: oltre il 50 per cento di consensi nel caso corresse per la Casa Bianca al posto di Biden, contro il 39 assegnato a Donald Trump. E qualcuno azzarda addirittura una soluzione che scontenterebbe pochi: Biden presidente e Michelle sua vice. Ipotesi che la moglie di Barack Obama ha già scartato però da mesi.