Usa. Trump promuove la tortura. Dai vescovi critiche sul muro al confine
Migranti sudamericani in attesa di un treno verso gli Usa alla periferia di Città del Messico (Ansa)
Donald Trump è convinto che "la tortura assolutamente funzioni" nella lotta al terrorismo. È quanto ha affermato il presidente americano in un'intervista all'Abc news dopo che la stampa americana ha pubblicato una serie di bozze di nuovi ordini esecutivi sulla riapertura delle prigioni segrete della Cia e la ripresa dei cosiddetti metodi di interrogatorio duro, a partire dal famigerato waterboarding.
Trump ha citato il parere di alcuni "alti ufficiali dell'intelligence" che gli avrebbero assicurato che la tortura funziona, ma poi ha aggiunto che a riguardo si affiderà al giudizio del direttore della Cia, Mike Pompeo, e del capo del Pentagono, il generale Mattis.
Trump ha poi giustificato il ricorso a questi metodi puntando il dito contro la brutalità del Daesh: "Quando tagliano la testa dei nostri e di altri, solo perché sono cristiani in Medio Oriente, quando il Daesh fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding? Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco".
Rifugiati
Il nuovo presidente Usa si prepara anche a rivoluzionare la politica sul fronte dei rifugiati e sul coinvolgimento di Washington nella guerra in Siria. Oggi dovrebbe infatti firmare un ordine esecutivo che fermerà per 120 giorni le operazioni di accoglienza dei rifugiati in arrivo non solo dalla Siria ma anche da Iraq, Iran, Sudan, Libia, Somalia e Yemen. Durante quel periodo saranno condotte indagini e approfondimenti sulle procedure di screening, che Obama ha sempre difeso perché molto stringenti.
Passati questi tre mesi, il programma è destinato a essere decisamente ridimensionato: i rifugiati che nell'anno fiscale 2017 - iniziato l'1 ottobre 2016 - potranno trovare una casa nella prima economia al mondo passeranno a 50mila da 110mila. Trump ha inoltre già ordinato alla sua Amministrazione di pubblicare una lista settimanale dei reati commessi dagli immigrati. L'ordine non specifica se verranno pubblicati solo i reati commessi dagli immigrati irregolari o anche quelli commessi da immigrati residenti legalmente nel Paese.
Siria
Il tycoon ha anche annunciato che istituirà "assolutamente delle zone sicure in Siria" per i rifugiati in fuga dalle violenze della guerra, mossa che potrebbe implicare un'escalation del coinvolgimento militare Usa nella guerra civile siriana. Sottolineando che l'Europa a suo parere ha fatto un enorme errore ad ammettere milioni di rifugiati provenienti dalla Siria e altri Paesi del Medio Ooriente, Trump ha detto: "Non voglio che questo succeda qui" e "istituirò assolutamente delle zone sicure in Siria per le persone". Il presidente Usa non ha fornito dettagli in merito.
Critiche dai vescovi per il muro con il Messico
Non si fermano intanto le critiche per l’ordine esecutivo di Trump riguardante la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico, una promessa fatta in campagna elettorale per mettere un freno agli ingressi illeciti di migranti negli Usa. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha sottolineato che bisogna “costruire ponti tra le persone”, non muri. In una dichiarazione, il presidente della Commissione per i migranti, monsignor Joe Vasquez, vescovo di Austin, ha criticato duramente la decisione e assicurato che la Chiesa statunitense farà di tutto per essere vicina agli immigrati e alle loro famiglie.
Monsignor Vasquez ha sottolineato che gli immigrati, "soprattutto i più vulnerabili, donne e bambini", saranno ancora di più sfruttati da "trafficanti e contrabbandieri". Il presule ha inoltre denunciato la nuova politica di detenzione ed espulsione degli immigrati annunciata dal nuovo presidente Usa. Tali politiche, ha avvertito, "divideranno le famiglie e alimenteranno il panico e la paura nelle comunità". E ha aggiunto che non si garantisce la "sicurezza degli americani" con una escalation di detenzione degli immigrati. Il vescovo di Austin ha assicurato il sostegno e la solidarietà della Chiesa statunitense a fianco dei migranti. Ogni giorno, ha ammonito, "sperimentiamo il dolore di famiglie che lottano per vivere una vita che abbia una somiglianza di una normale vita familiare. Vediamo bambini traumatizzati".
Secondo lo speaker della Camera Paul Ryan il muro costerà tra i 12 e i 15 miliardi di dollari. Ryan prevede che il Congresso approvi lo stanziamento dei fondi entro la fine dell'anno fiscale, a settembre.
Peña Nieto annulla la visita a Washington
Il presidente del Messico Enrique Peña Nieto ha annullato la visita di martedì prossimo negli Stati Uniti dopo l'ultimatum di Trump sul muro. "Se il Messico non vuole pagare per il tanto necessario muro, sarebbe meglio allora cancellare l'imminente incontro", aveva scritto Trump su Twitter. Peña Nieto, da parte sua, aveva ribadito che il Messico non pagherà per il muro al confine.