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Armamenti. Usa via dal Trattato missilistico Inf, Trump risveglia i fantasmi nucleari

Elena Molinari, New York venerdì 1 febbraio 2019

Il lancio di un missile «tattico» russo (Ansa)

Gli Stati Uniti annunciano l'uscita dallo storico trattato antimissilistico Inf (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), tappa fondamentale della fine della Guerra fredda con l'Unione Sovietica. La Casa Bianca accusa la Russia di avere violato l'accordo. Dal 2 febbraio, allora, gli Usa non aderiranno più all'intesa che, a partire dal 1987 portò alla distruzione di 2.692 missili, 846 americani e 1.846 russi. Il Cremlino ha ora sei mesi di tempo per dimostrare il suo pieno rispetto del patto.

Vista la scadenza così ravvicinata, è improbabile che la Russia possa porre fine ai programmi missilistici che secondo gli Usa e la Nato ha avviato già dal 2014, salvando il trattato. Ma se buona parte della comunità internazionale condivide la preoccupazione americana per le trasgressioni russe, ben pochi alleati sono d’accordo che uscire del tutto dall’intesa sia la soluzione al problema, e temono un’escalation del riarmo. Le parole usate ieri dal presidente statunitense per motivare l’addio al trattato sembravano confermare queste inquietudini. «Andremo avanti con lo sviluppo delle nostre opzioni di risposta militare e lavoreremo con la Nato e altri nostri alleati e partner per impedire che la Russia tragga vantaggio militare dal suo comportamento illegale», ha detto Trump.

Mosca, che ha sempre negato di aver violato l’accordo siglato oltre trenta anni fa da Mikhail Gorbaciov, ha a sua volta accusato Washington di essersi rifiutata di «tenere colloqui sostanziali» per salvare il trattato. Ma ha insistito che cercherà di convincere gli Stati Uniti a preservarlo.

Il capo della diplomazia Usa Pompeo ha però assicurato ieri che gli Stati Uniti sono pronti ad avviare un negoziato con Mosca «a largo spettro» sul controllo delle armi. Gli alleati Usa hanno reagito con rassegnata accettazione all’annuncio, augurandosi che i negoziati con la Russia restino aperti. «I Paesi dell’Ue non sono parte del trattato, ma sono quelli che maggiormente ne hanno beneficiato – ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini – il nostro appello è che venga preservato e rispettato in pieno da entrambe le parti. Non vogliamo che il nostro continente torni ad essere un campo di battaglia in cui altre superpotenze si affrontano».