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Casa Bianca. Trump parla di politica agli scout, i genitori protestano

Redazione Esteri martedì 25 luglio 2017

Il presidente Donald Trump sul palco del Jamboree a Beaver (Ansa)

La platea non conta, l'età di chi lo ascolta nemmeno. Importante è far passare il suo messaggio. Per il presidente Donald Trump, si sa, evocare le sue gesta elettorali e politiche davanti alla folla è attività particolarmente gradita e immensamente gratificante. Ma ripetere slogan, argomenti e attacchi ad avversari nel tono per cui Trump è diventato riconoscibile ad una platea di 35mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni potrebbe risultare un passo falso. Almeno stando alle reazioni sdegnate e alle proteste, manifestate soprattutto sul web, di molti tra i genitori di esploratori e guide, i Boy Scout, riuniti a Beaver in West Virginia per il loro Jamboree, il megaraduno che si ripete ogni quattro anni, questa volta con il presidente degli Stati Uniti come ospite, ma dove è considerata buona regola evitare dibattiti politici polarizzanti.


Trump ha cominciato con puntualizzare che lui tra gli scout al Jamboree ci è venuto di persona, mentre il suo predecessore Barack Obama, pur essendo stato a suo volta uno scout, si era limitato ad un video-intervento nel 2010. I ragazzi reagiscono con un boato, il presidente annuisce. Poi uno dopo l'altro i suoi cavalli di battaglia. L'attacco ai media e alle“Fake News”. Ma anche l'attacco a Washington e la sua politica: è una "fogna", non una "palude".