Stati Uniti. Trump nel mirino del Congresso sul clima: «Agisca o costi enormi»
Donald Trump è finito di nuovo sotto attacco per il "disimpegno" usa sul fronte del clima (Eoa)
Gli Stati Uniti rischiano di agare un conto salatissimo per l'inerzia dell'amministrazione Trump nella lotta ai cambiamenti climatici. Inerzia che nelle ultime settimane si è trasformata nella sistematica "rottamazione" delle misure ambientali varate da Barack Obama. A lanciare l'allarme in Congresso è l'osservatorio bipartisan del Government of Accountabilty Office, che in un rapporto fa i
calcoli di quanto costerà nei prossimi anni non tagliare in maniera adeguata le emissioni inquinanti. Di qui l'appello alla Casa Bianca, che più che come un invito suona come un monito: bisogna agire subito se non si vogliono rischiare danni irreparabili all'ambiente ma anche un vero e proprio salasso sul fronte dei conti pubblici.
Sì perché, secondo la maggioranza degli esperti, finora l'amministrazione Trump non ha preso seriamente i rischi legati ai cambiamenti climatici. E di fatto lo sforzo avviato con l'agenda verde di Obama per una riduzione graduale del tasso di CO2 nell'aria è stato bloccato e in parte annullato. I numeri del rapporto parlano chiaro. Gli Usa hanno già sborsato 350 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni per i danni causati da condizioni meteorologiche sempre più estreme. Condizioni che provocano in maniera sempre più frequente incendi, uragani, inondazioni. Ma la cifra da sborsare a spese dei contribuenti americani è destinata ad aumentare in maniera esponenziale nel prossimo decennio senza un piano serio ed efficace che preveda un drastico taglio delle emissioni di CO2. L'organismo congressuale spiega quindi come l'industria americana e le varie regioni degli Stati Uniti saranno colpite dal punto di vista dei costi in modo differente. Secondo una stima, l'innalzamento delle temperature potrà tradursi in perdite in termini di produttività del lavoro pari a 150 miliardi di dollari entro il 2099. Con il sudovest del Paese destinato a pagare un prezzo sempre più caro per gli incendi, come quelli che hanno devastato il nord della California nelle ultime settimane con danni incalcolabili all'industria vinicola.
Altra area più a rischio e il sudest degli Usa, che si troveranno alle prese con l'aumento della mortalità legato al caldo eccesivo. Mentre a New York si rischia una "super tempesta" ogni cinque anni, come quella causata dall'uragano Sandy nel 2012, con un innalzamento quasi di 2 metri e mezzo del livello delle acque entro la fine del secolo se la lastra di ghiaccio dell'Antartico occidentale dovesse sciogliersi rapidamente. Intanto è bufera sull'Epa, l'agenzia federale per la protezione ambientale alla cui guida Trump ha messo il controverso Scott Pruitt, noto per il suo scetticismo sul legame tra attività dell'uomo e cambiamenti climatici. Posizioni per le quali sarebbe anche oggetto di continue minacce che renderebbero necessario un rafforzamento della misure di sicurezza dell'agenzia. Quest'ultima avrebbe però cancellato dal programma di una conferenza sul clima l'intervento di tre scienziati notoriamente critici nei confronti delle posizioni della Casa Bianca, come quella di abbandonare l'accordo di Parigi