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Stati Uniti. Bando ai migranti: il braccio di ferro tra Trump e i giudici

Elena Molinari lunedì 30 gennaio 2017

Corteo contro il giro di vite sui rifugiati, Ansa

Chi è coinvolto dal bando di Trump ai migranti?

L’ordine, firmato venerdì sera, ha sospeso per quattro mesi l’ingresso negli Usa di qualsiasi profugo o rifugiato richiedente asilo, e ha bloccato, per 90 giorni, tutti viaggiatori provenienti da sette paesi — Iraq, Iran, Siria, Yemen, Sudan, Libia e Somalia — che non abbiano un passaporto americano. Inizialmente lo stop coinvolgeva anche i titolari di Greencard, vale a dire i residenti permanenti che si trovavano in viaggio per lavoro o in vacanza, ma oggi l’Amministrazione ha precisato che questi potranno rientrare negli Usa dopo essere stati sottoposti «a ulteriori controlli alla frontiera». Sempre bloccati restano coloro in possesso di un visto di studio o di lavoro.

Quale è stata la reazione dei tribunali federali?

L’organizzazione per i diritti civili American Civil Liberties Union ha fatto causa a Brooklyn per sbloccare la detenzione di due iracheni all'aeroporto internazionale John F. Kennedy. Sabato notte il giudice Ann Donnelly ha emesso un ordine restrittivo provvisorio sospendendo per una settimana la deportazione di 200 persone e ha chiesto all'amministrazione Trump di fornire un elenco dettagliato di tutti i viaggiatori che non possono entrare negli Usa. Un giudice federale della Virginia ha invece ordinato che ai viaggiatori bloccati in aeroporto sia consentito consultarsi con avvocati volontari. Un altro giudice del Massachusetts ha stabilito che i turisti e migranti fermati negli aeroporti devono essere liberati. Ma, stando alle associazioni umanitarie e alle testimonianze dei parenti in attesa, molti agenti frontalieri non stanno rispettando questi ordini.

Quindi che cosa succede ora?

La Casa Bianca ha ribadito che la politica è tesa a proteggere i cittadini degli Stati Uniti e a limitare l'ingresso di sospetti terroristi. Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha fatto sapere che meno dell’1% delle circa 325mia persone che sono arrivate negli Stati Uniti sabato scorso è stato bloccato. L'ordine del presidente resta in vigore, ha detto la Casa Bianca, perché «il governo degli Stati Uniti ha il diritto di revocare i suoi visti in qualsiasi momento, se necessario per la sicurezza nazionale o la sicurezza pubblica».