Stati Uniti. Stop alla protezione per i baby-migranti? La Corte suprema boccia Trump
Una manifestazione pro Daca il 21 gennaio a Washington (Ansa)
La Corte Suprema ha respinto la richiesta dell'amministrazione Trump che sollecitava un pronunciamento sul proprio diritto di chiudere il programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), che mette al riparo circa 700mila giovani immigrati irregolari dall'espulsione. La richiesta della Casa Bianca era stata considerata insolita, perché chiedeva alla Corte Suprema di intervenire prima che si fosse pronunciato un tribunale di appello.
Il programma Daca, introdotto da Barack Obama, tutela le persone entrate illegalmente negli Stati Uniti da bambini, spesso al seguito delle famiglie, impedendo la loro espulsione e garantendo il permesso di lavoro. Lo status ha una durata di due anni, rinnovabile. Fino a ora il programma ha consentito a un milione e 800 mila giovani di uscire dallo stato di clandestinità, iscriversi e frequentare regolarmente la scuola, lavorare e prestare servizio nell'esercito
Lo scorso settembre, l'amministrazione Trump aveva annunciato la chiusura del programma per il 5 marzo. Due giudici federali - della California e di New York - avevano però ordinato alla Casa Bianca di mantenere in essere gli aspetti principali del programma, in attesa che si esaurissero i contenziosi legali. In particolare, i giudici avevano chiesto all'amministrazione di consentire alle persone registrate nel programma di poter rinnovare il loro status.
Trump ha più volte detto di voler proteggere i cosiddetti Dreamers, ma di volere in cambio i fondi per la costruzione (o, per meglio dire, del completamento) del muro con il Messico e il rafforzamento delle regole e dei controlli alle frontiere. I tentativi al Congresso di trovare un accordo bipartisan non hanno avuto al momento successo.
L'ira della Casa Bianca: la protezione è illegittima
Uno dei portavoce di Trump, Raj Saha, ha parlato di "decisione unilaterale" dei giudici di San Francisco e New York, attaccando quindi nuovamente i giudici federali che avevano confermato le misure a favore dei giovani immigrati irregolari. Il programma di protezione dei dreamer varato dall'amministrazione Obama è "chiaramente illegittimo e illegale", aggiunge la Casa Bianca.
E la Chiesa indice la Giornata di sostegno ai dreamers
Tutto questo accade proprio nel giorno che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha dedicato al sostegno delle ragioni dei dreamers: "Questi giovani fanno parte del tessuto sociale del nostro Paese, delle nostre Chiese e delle nostre Sinagoghe", ha spiegato monsignor Joe S. Vásquez, presidente della Commissione per le migrazioni.
La campagna Call-in Day for the Protection of Dreamers prevede che ogni cittadino chiami un senatore e un deputato,
rappresentativi del proprio Stato, per sollecitare una legge bipartisan che definisca la posizione legale dei "sognatori". Giovani che "sono leader nelle università e nelle parrocchie e contribuiscono alla nostra economia e alla difesa militare", aggiunge monsignor Vásquez, secondo cui "davanti a noi c'è un problema urgente ed è nostro dovere morale proteggerli perché ora vivono nella costante paura di essere separati dalle famiglie e di ritrovarsi in Paesi sconosciuti in balia di povertà e violenza".