Ancora una piccola vittima innocente dei viaggi della speranza ripescata dalla polizia turca sulla penisola di Bodrum, alla porte della rotta balcanica. La stessa zona dove venne ritrovato il corpo del piccolo Aylan Kurdi, il siriano di soli tre anni la cui foto mentre veniva portato a braccia da un poliziotto commosse il mondo. Alcuni pescatori turchi, riferisce il quotidiano turco "Hurriyet" hanno scoperto il corpo di una bambina siriana di quattro anni, annegata durante il naufragio avvenuto lo scorso mercoledì. Il gommone su cui viaggiava la piccola insieme con una ventina di altri migranti siriani, si è ribaltato mentre era diretto verso l’isola greca di Kos. La guardia costiera turca ha salvato cinque naufraghi, altre 15 persone sono state per disperse. In seguito sono stati trovati otto cadaveri. Secondo la testimonianza resa da uno dei cinque migranti salvati, la bambina si chiamava Sena e viaggiava insieme alla madre. Il cadavere è stato trovato tra le rocce dell’isola di Catalada, 5 km al largo della località di Turgutreis, nella penisola di Bodrum. La bimba indossava pantaloni blu e una maglia rossa, un abbigliamento simile a quello di Aylan. Secondo i dati in possesso di Medici senza frontiere (Msf), nei mesi di settembre e ottobre sono state circa 300 le persone che hanno perso la vita cercando di attraversare l’Egeo. Molte erano bambini. Intanto è emergenza umanitaria continua sulla rotta dei Balcani anche a causa dei nuovi muri. La scorsa settimana la Slovenia, che fa parte dell’area Schengen, ha dichiarato che avrebbe garantito il passaggio solo a migranti provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan e che tutti gli altri sarebbero stati considerati "migranti economici" e rimandati indietro. Altri Paesi situati sulla stessa rotta migratoria, cioè Croazia, Serbia e Macedonia, hanno fatto lo stesso, lasciando sempre più persone bloccate in tende nei pressi dei confini, con l’inverno che si avvicina. In questi giorni profughi provenienti da Marocco, Iran e Pakistan hanno bloccato il traffico ferroviario nel nord della Grecia al confine con la Macedonia chiedendo di potere raggiungere l’Europa occidentale. Un iraniano, Hamid, 34 anni, un ingegnere elettrico che se rimpatriato rischierebbe l’impiccagione, ha dichiarato lo sciopero della fame e si è cucito le labbra con un filo di nylon seduto davanti ai cordoni della polizia macedone in tenuta antisommossa. Da gennaio ad oggi in Europa, sono arrivati oltre 700mila rifugiati e migranti. A questa cifra, inoltre, si aggiungono quasi 2 milioni di rifugiati nei campi profughi in Turchia, molti dei quali intendono partire. Ieri un documento congiunto di Oms, Unicef e Alto Commissariato Onu per i Rifugiati diffuso in occasione del meeting di alto livello sulla salute dei migranti ha rivelato che fino al 5% di queste persone ha bisogno di assistenza medica a fronte di alcuni problemi di salute, tra cui: lesioni accidentali, ipotermia, ustioni, episodi cardiovascolari, gravidanza e complicazioni legate al parto, diabete ed ipertensione. I migranti che soggiornano per più di una settimana in un Paese diverso dal proprio vanno inoltre vaccinati contro le principali malattie infettive. L’Italia, come ricordato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ne ha già vaccinati «oltre 100mila migranti, fra coloro che sono giunti sulle nostre coste negli ultimi due anni. Abbiamo fatto tutto da soli – ha ribadito il ministro – in piena crisi economica, rispettando il patto di stabilità e i limiti interni». Lorenzin ha infine sottolineato come la condizione femminile e quella infantile siano «un dramma nel più ampio dramma dell’immigrazione». «Abbiamo di fronte a noi situazioni terribili – ha affermato –, bambini che vengono fatti partire da soli, e genitori straziati perchè sono costretti ad abbandonarli. Poi ci sono le donne abusate e violentate, che quando arrivano da noi hanno bisogno di un supporto sanitario forte».<+RIPRODUZ_RIS>