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Diritti umani. Tibet, ordine di cattura per l'ex presidente cinese

lunedì 10 febbraio 2014
La magistratura spagnola ha formalizzato oggi un ordine internazionale di cattura e detenzione in carcere senza condizionale, per il genocidio in Tibet, nei confronti dell'ex presidente cinese Jiang Zemin, dell'ex premier Li Peng e altri tre ex dirigenti del partito comunista cinese. Lo si apprende da fonti giudiziarie.Il provvedimento - annunciato a novembre, ma rispetto al quale il magistrato dell'Audiencia Nacional di Madrid Ismael Moreno aveva inizialmente preso tempo - si fonda sulle accuse di genocidio, tortura e lesa umanità.L'iniziativa prende le mosse dalla denuncia presentata nel 2006 dal comitato di sostegno al Tibet, dalla Fondazione Casa del Tibet e dall'Associazione costituita da Thunten Wngchen Sherpa Sherpa, cittadino di nazionalità spagnola d'origine tibetana: tutti parti civili nella causa. L'Audiencia Nacional ha aperto un'inchiesta per genocidio, dichiarandosi competente di fronte all'impossibilità che i crimini contro l'umanità fossero investigati dai tribunali cinesi o dalla Corte Penale Internazionale.Nell'inchiesta si fa riferimento alle violenze - deportazioni, campagne di aborto e sterilizzazione forzati di massa, torture di dissidenti - perpetrate contro la popolazione tibetana dal 1971, anno in cui il codice penale spagnolo recepì il reato di genocidio, al 2005.L'ordine di cattura potrebbe restare peraltro lettera morta se, come previsto, questa stessa settimana il Congresso dei deputati spagnolo approverà la riforma della giurisdizione universale, proposta dal Partito Popolare del premier Mariano Rajoy: riforma che dovrebbe portare all'archiviazione di molte delle inchieste aperte sul fronte internazionale dalla giustizia spagnola e allontanare i contraccolpi politico-diplomatici di questi atti.