È salito a dieci morti e 125 feriti il bilancio degli scontri odierni a Bangkok tra polizia e manifestanti. Lo rendono noto fonti mediche. Le violenze sono riesplose dopo una settimana di tregua durante la quale si era sperato che negoziati tra governo e manifestanti potessero portare ad una soluzione. Lo scontro tra antigovernativi e forze dell'ordine, il peggiore dal 1992, ha già provocato dalla metà di marzo complessivamente 37 morti e oltre mille feriti.È sempre più guerriglia in città a Bangkok dove la spirale di violenza è degenerata dopo che l'esercito thailandese ha deciso di passare alle maniere forti e ha aperto il fuoco sui manifestanti. È salito a dieci il bilancio dei morti e circa un centinaio sono le persone rimaste ferite negli scontri. I militari stanno avanzando per riprendere il controllo del quartiere commerciale della capitale, occupato da due mesi dai sostenitori del magnate in esilio Thaksin Shinawatra che chiedono al premier Abhisit Vejjajiva di indire nuove elezioni. Secondo fonti locali, i militari hanno prima lanciato lacrimogeni sui dimostranti che hanno risposto con bombe molotov e sassi. Poi hanno cominciato a sparare ad altezza d'uomo. Tre giornalisti sono rimasti feriti, tra cui un cameraman canadese di France 24 che è in gravi condizioni.L'ex premier, Thaksin Shinawatra, ha lanciato stamane un appello al governo: ritirare le truppe e riaprire il dialogo con le 'camicie rossè. "Le azioni del governo costituiscono chiaramente una grave violazione dei diritti umani per i reati criminali di cui sono responsabili il premier e il suo vice", ha affermato Thaksin in una nota diffusa dal suo consigliere legale. L'ex premier, leader morale della rivolta, si è rivolto direttamente ad Abhisit affinchè apra un negoziato "con tutte le parti per trovare un'accettabile e autentica riconciliazione per ristabilire in Thailandia giustizia e una vera democrazia in grado di portare avanti il Paese". Deposto con un colpo di Stato nel 2006 e fuggito all'estero per evitare l'arresto per corruzione, Thaksin ha detto di essere convinto che esista ancora una "soluzione politica". "Il premier è ancora in grado di evitare ulteriori vittime e salvare il Paese", ha spiegato. "Tutto ciò dipende dalla sua decisione: può scegliere tra la violenza e (una soluzione) per vie pacifiche" per risparmiare la vita di "persone innocenti".Intanto il ministero degli Esteri ha fatto sapere che non chiuderà l'ambasciata italiana mentre ha comunque avvertito i turisti di evitare viaggi nella capitale thailandese. "Nelle ultime ore - ha affermato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari - c'è stata un'accelerazione del deterioramento della situazione in Thailandia. Guardiamo con preoccupazione a ogni tipo di violenza e auspichiamo che gli scontri finiscano il prima possibile". Per quanto riguarda gli italiani sul loconessuno, ha assicurato l'ambasciatore, è stato coinvolto negli scontri. I militari thailandesi hanno lanciato gas lacrimogeni mentre avanzavano verso un presidio dei manifestanti, mentre la crisi politica si aggrava. Un giornalista straniero è stato ferito da un colpo di arma da fuoco nel corso degli scontri, come riferito da un testimone Reuters: si tratta di un operatore dell'emittente France 24, che è stato colpito a una gamba da un colpo di arma da fuoco ed è stato trasportato all'ospedale. L'uomo è stato colpito mentre si trovava tra esercito e manifestanti, e aveva in mano una videocamera. Aveva sangue su una mano quando è stato portato via dai manifestanti.Per fermare l'avanzata dei soldati verso il loro presidio principale, i manifestanti si sono radunati fuori dal mercato notturno di Suan Lum, vicino al distretto commerciale, e hanno anche incendiato un bus. In precedenza i soldati hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua all'incrocio Nana, sede di negozi e bar. Nelle aree di Bangkok che sono state evacuate sono risuonate esplosioni, ma la polizia ha detto che si trattava di spari in aria per spaventare le camicie rosse, che non vogliono abbandonare le loro posizioni. "Ci vogliono intrappolare, ma combatteremo fino alla fine, fratelli e sorelle", ha detto uno dei leader della protesta, Nattawut Saikua, ad una folla folla di circa 10.000 persone.