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BANGKOK. Thailandia, dilagano le proteste contro il governo

mercoledì 27 novembre 2013
Sale la tensione in Thailandia dove prosegue la protesta guidata Partito Democratico contro il governo del primo ministro Yingluck Shinawatra, del quale vengono chieste le dimissioni. Come riporta la Bbc, i manifestanti, che accusano il governo di essere in realtà controllato dal fratello della Shinawatra, l'ex premier Thaksin Shinawatra ora in esilio volontario, hanno circondato stamani a Bangkok i ministeri dell'Interno, del Turismo, dei Trasporti e dell'Agricoltura, dopo avere preso d'assedio nella notte anche il ministero degli Esteri e quello delle Finanze. Il leader della protesta Suthep Thaugsuban ha annunciato che il movimento punta a circondare tutti i ministeri. La protesta è stata innescata dal tentativo del governo di fare approvare una legge per l'amnistia. Secondo imanifestanti, il provvedimento avrebbe consentito all'ex premier Thaksin di fare ritorno in Thailandia, senza scontare la condanna per corruzione pronunciata contro di lui nel 2008. Nella tarda serata di ieri la Yingluck ha chiesto poteri speciali per potere imporre il coprifuoco e posti di blocco nelle strade, ma stamani ha escluso il ricorso alla violenza contro i manifestanti.Oggi gli oppositori del governo hanno occupato un edificio pubblico nei dintorni della città e hanno costrettoall'evacuazione di un ufficio del Dipartimento di Giustizia. Manifestazioni si sono tenute in quasi tutte le 25province della Thailandia, inclusa l'isola turistica di Phuket.Preoccupata che l'instabilità politica possa colpire l'economia del paese, la Banca centrale ha inaspettatamentetagliato i tassi di interesse al 2,25% e mentre le proteste sono ancora largamente pacifiche c'è il timore che possano degenerare.Thaksin, rovesciato da un colpo di Stato nel 2006, è un imprenditore miliardario che gode ancora del sostegno di gran parte della popolazione rurale e della classe lavoratrice urbana. Contro di lui sono invece schierate le classi medio-alte, che lo accusano di corruzione e di minaccia per la monarchia.