Stati Uniti. Calca al festival di un rapper: otto ragazzi morti in Texas
La fossa al festival poco prima della tragedia
Quello all'Astroworld Music Festival di Houston doveva essere un venerdì pomeriggio di festa e di divertimento per decine di migliaia di giovani. Si è invece trasformato in una serata da incubo, con almeno 8 ragazzi tra i 16 e i 23 anni rimasti uccisi, schiacciati contro il palcoscenico dalla calca che premeva alle loro spalle. Non si contano i feriti, oltre 300 di cui una ventina in gravi condizioni.
La tragedia ha avuto inizio mentre si stava esibendo il popolarissimo rapper Travis Scott, che ha più volte interrotto la sua performance per chiedere ai soccorritori di intervenire, fino a che lo spettacolo è stato sospeso e l'evento definitivamente cancellato dagli organizzatori. "Sono assolutamente devastato da quello che è successo. Le mie preghiere vanno alle famiglie delle vittime", ha commentato il rapper.
I video postati sui social mostrano immagini agghiaccianti, con i primi soccorsi che con enorme difficoltà riescono a tirar fuori i teenager che implorano di essere salvati dalla stretta dell'enorme folla. Una spinta divenuta sempre più devastante man mano che si diffonde il panico. Sul posto, accalcate all'inverosimile, c'erano oltre 50 mila persone, in uno Stato come il Texas dove a causa della pandemia dilagante ci sono ancora oltre 100 morti e 3.300 nuovi casi di contagio al giorno, il dato più alto in America. Altrove un evento del genere di questi tempi sarebbe inimmaginabile.
Alcune immagini mostrano poi decine di ragazzi che hanno forzato gli ingressi senza pagare il biglietto, e senza che nessuno fermi la loro corsa. Un'indicazione di come forse all'interno del festival ci fosse ancora più gente del previsto, in una situazione di fatto divenuta fuori controllo. Ma sulle cause della tragedia ancora nessuno si pronuncia. Il sindaco di Houston giura che le misure di sicurezza sono state rispettate e che si sta indagando per capire come tutto ciò sia potuto accadere. Si vogliono appurare le responsabilità e se, oltre al sovraffollamento, il panico sia stato scatenato da qualcos'altro.
"È stato un inferno", raccontano i tanti ragazzi presenti e che non scorderanno mai questo venerdì sera. "Tutti quelli che stavano alle nostre spalle improvvisamente spingevano per venire in avanti, non capivamo cosa stesse succedendo", ha raccontato ai media un diciassettenne. Mentre un altro teenager piangendo racconta come durante la fuga abbia visto tanti ragazzi e tante ragazze esanimi a terra: "Respirare era diventato impossibile".