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MEDIO ORIENTE. Morsi: intervenire per fermare strage in Siria

giovedì 30 agosto 2012

​È scontro diplomatico tra il presidente egiziano Mohamed Morsi e la Siria. Nel suo intervento al vertice dei Non-Allineati, che si sta svolgendo a Teheran, Morsi ha definito «oppressivo»  il regime siriano. «La rivoluzione in Egitto è stato un pilastro della Primavera araba, è iniziata un paio di giorni dopo la Tunisia ed è stata seguita da Libia e dallo Yemen e ora dalla Siria dove c'è una rivoluzione contro il regime oppressivo», ha detto il presidente egiziano. «I palestinesi e i siriani vogliono la libertà, la dignità e la giustizia», ha proseguito Morsi. Il presidente egiziano è convinto che solo con un «intervento attivo da parte di tutti noi» si può porre fine al «bagno di sangue» in Siria, alle violenze che si registrano da più di 17 mesi e che sono costate la vita a migliaia di persone. Parole dure, che hanno provocato un’indignata reazione da parte della delegazione siriana: mentre il presidente egiziano stava parlando, i rappresentanti del governo di Damasco si sono alzati e hanno lasciato i lavori del vertice di Teheran. Le autorità siriane hanno poi accusato il presidente egiziano Morsi di «istigare allo spargimento di sangue in Siria». Lo riferisce una scritta in sovrimpressione apparsa poco fa sulla tv di Stato siriana in reazione al discorso pronunciato da Morsi oggi a Teheran.NUOVI SCONTRI A DAMASCO, I RIBELLI ABBATTONO UN JET. Nuovi scontri sono divampati all'alba fra l'esercito siriano e i ribelli a est e a sud di Damasco. Lo riferiscono gli attivisti, all'indomani di una nuova giornata di sangue nel Paese dove almeno 128 persone sono morte, tra cui 77 civili. Spari dell'esercito sono stati uditi nel quartiere di Qaboun (est), secondo il Consiglio generale della rivoluzione siriana. Scontri con l'uso di mitragliatrici e carri armati si sono verificati nel quartiere di Tadamoun (sud), riferiscono i Comitati locali di coordinamento, altra rete di attivisti anti-Assad. Nella provincia di Deir Ezzor, nell'est del Paese, i ribelli hanno bombardato il quartiere generale della Sicurezza militare nella città di Boukmal.I ribelli siriani, inoltre, rivendicano l'abbattimento di un jet da guerra dei lealisti nella provincia nord-occidentale di Idlib, vicino al confine con la Turchia. In un comunicato si legge che l'aereo è stato abbattuto nei pressi della città di al-Thayabiya. Al-Arabiya ha mostrato un video in cui si vede del fumo nel cielo e una persona che scende con un paracadute. Il filmato mostrato da al Arabiya (e visibile su Youtube) è stato realizzato dalla Brigata "Martiri di Siria" dell'Esercito libero, la stessa che il 7 marzo scorso aveva danneggiato, con un razzo anti-carro Metis-M, un MiG-23 parcheggiato su una pista dello stesso aeroporto. Un primo MiG-23 era stato abbattuto il 13 agosto scorso da altri membri dell'Esl a Dayr az Zor, nell'est della Siria.ONU, TORNA IN CAMPO LA DIPLOMAZIA. È fissata per oggi la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulle critiche condizioni umanitarie in Siria. All'incontro prenderanno parte i ministri di tutti i paesi confinanti con la Siria: Giordania, Libano, Turchia e Iraq. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che presiederà la riunione (agosto è il mese di presidenza della Francia, ndr), ha annunciato ieri che verrà affrontata la questione delle zone cuscinetto, anche se la realizzazione sarebbe «molto complicata» in quanto comporterebbe la creazione anche di parziali no-fly zone.Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha invece fatto sapere che la Turchia è in contatto con l'Onu per individuare le modalità di protezione per migliaia di profughi sul territorio siriano.