È caccia all'uomo in Israele al 29enne arabo-israeliano che ha fatto due morti e sette feriti in un pub di Tel Aviv. I media locali hanno spiegato che nella notte sono rimaste chiuse le strade adiacenti al luogo dell'attacco, sulla Dizengoff Street, e agenti di polizia e
dello Shin Beth hanno condotto perquisizioni casa per casa.
L'assassino, originario del nord di Israele e rilasciato di
recente dopo una condanna per aver tentato di sottrarre un'arma
a un militare, è stato riconosciuto dal padre dalle immagini
in tv.
L'attacco è stato condotto con un fucile automatico Falcon
di produzione italiana, arma piuttosto rara in Israele e in
Cisgiordania, e ha preso di mira un pub in cui si stava
festeggiando un compleanno. A terra sono rimasti due morti, il
manager 26enne del bar e un 30enne, e sette feriti, due in
gravi condizioni. È il primo attacco terroristico del 2016 e
nessuno si sbilancia sulla matrice. In molti ricordano però le
recenti minacce dell'Isis di colpire Israele.
Dell'assassino si sa che un suo cugino era stato ucciso due
anni fa dalle forze dell'ordine durante una perquisizione e che
era tenuto sotto sorveglianza dallo Shin Bet come soggetto a
rischio, probabilmente radicalizzato, forse in contatto con
gruppi terroristici stranieri. Per il suo avvocato, un parente,
il giovane è "mentalmente instabile" e non ha legami con
gruppi radicali o con l'Isis. La professionalità con cui usava
l'arma e la copia del Corano trovata nello zainetto fanno
pensare, però, a un inquadramento jihadista.