Tel Aviv. Shabbat, una tavola apparecchiata per gli oltre duecento ostaggi di Hamas
la tavola allestita nella piazza del Museo di Tel Aviv
Il tavolo allestito in via Catalana a Roma, davanti al Tempio - Ariela Piattelli
Sono centinaia le famiglie israeliane che vivono in un limbo perché Hamas non ha ancora rilasciato una lista ufficiale degli ostaggi, che sono stati identificati solo grazie all’incessante collaborazione tra famiglie, esercito e l’organizzazione di volontari “Brother in arms”, costituita dagli organizzatori delle manifestazioni che per 39 settimane hanno sfilato in Kaplan street e che, lo stesso sabato del massacro, si sono trasformati in un ingegnoso network di intelligence, costituito da civili.Perché gli israeliani, da sempre, non si danno per vinti, soprattutto nel cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale. Per questo il comitato delle famiglie degli ostaggi ha allestito questa lunga tavolata, con anche piatti di plastica colorata, biberon e seggioloni - al posto delle sedie - per ricordare anche i bambini, circa 30, alcuni neonati, che ora si trovano nelle mani dei terroristi. La foto della lunga tavola bianca ha già fatto il giro del mondo e in diverse città, da New York a Roma in via Catalana davanti alò Tempio, hanno allestito “un tavolo per gli ostaggi”. Per non dimenticarli.