Tanzania. Una scuola come un girasole per 350 bambini
Il progetto della nuoa scuola di Ikengua
Aule come petali per una scuola il cui nome ben si concilierà con l’ambiente circostante. La Scuola Girasole, in fase di realizzazione, sarà un punto di riferimento importante per la zona di Ikengua, in Tanzania. Saranno 350 i bambini che dall’asilo fino ai 12 anni di età potranno frequentarla, attraversando, per arrivarci, un bellissimo vasto campo di girasoli. Il complesso scolastico, voluto dalla congregazione missionaria delle Sorelle di S. Gemma Galgani, è stato progettato dal giovane architetto Matteo Defendini, appena 27 anni ma già molte esperienze in Italia e all’estero.
“Il girasole è stato una fonte d’ispirazione importantissima, non solo a livello simbolo – il fiore sbocciato, aperto come metafora di una nuova vita – ma anche formale e funzionale – chiaramente evidente osservando la planimetria e il comportamento bioclimatico del complesso”, spiega lo stesso Defendini. Tutti gli ambienti sono organizzati in 24 cupole (i “petali”) disposte radialmente intorno ad un portico (“corolla esterna” ed al patio centrale (“corolla interna”). “Le classi dei bambini dai 7 ai 12 anni si trovano ad Est distribuite nelle 9 cupole più grandi, poste a contatto tra loro per bloccare il forte vento e la conseguente sabbia proveniente da oriente; da Nord a Sud si trovano le 8 cupole mediane relative agli spazi sociali ed amministrativi, illuminate tutto l’anno in maniera uniforme grazie alla traiettoria del sole tipica della zona equatoriale; ad ovest, infine, si trovano le cupole più piccole per le classi dell’asilo, separate tra loro in modo da permettere un contatto visuale con la natura circostante e l’entrata dell’aria fresca di ponente”, aggiunge Defendini.
Fondamentali il confronto con gli abitanti del posto, l’attenzione alle condizioni climatiche, ai metodi costruttivi e ai materiali che caratterizzano l’area, tutti fattori, conclude Defendini, “che hanno rappresentato gli elementi principali per sviluppare l’intero progetto”.