Myanmar. Pugno di ferro della giunta: Suu Kyi torna in carcere
La leader della Lega Democratica, Aung San Suu Kyi, era agli arresti domiciliari dal primo febbraio 2021, poco dopo il golpe dei militari
L'ex leader birmana, Aung San Suu Kyi, ha lasciato gli arresti domiciliari ed è stata messa in isolamento in un istituto penitenziario di Naypyidaw, la capitale del Myanmar. Lo ha annunciato la giunta militare al potere. «In conformità con le leggi penali» Aung San Suu Kyi «è tenuta in isolamento in prigione», ha dichiarato in una nota il portavoce della giunta, Zaw Min Tun.
Lo scorso 27 aprile l'ex leader birmana e premio Nobel per la pace era stata condannata da un tribunale controllato dalla giunta militare a cinque anni di carcere per corruzione. Suu Kyi, che nega tutte le accuse, era stata giudicata colpevole per aver accettato una tangente di 600mila dollari in contanti e lingotti d'oro da un ex primo ministro. Ai giornalisti non era stato permesso seguire il processo.
Suu Kyi, arrestata il primo febbraio dello scorso anno poco prima del golpe militare, è già stata condannata a sei anni di carcere, dopo essere stata ritenuta colpevole di cinque imputazioni fra cui il possesso di walkie talkie e la violazione di restrizioni anti Covid.