«Nessuna richiesta di riscatto è mai giunta al vescovo di Mosul, Emil Shimon Nona». Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, smentisce ad
Avvenire le voci, diffuse mercoledì pomeriggio da un'agenzia di stampa e rilanciate da alcuni siti on line, di una richiesta da parte di milizie islamiche di 35 milioni di dollari per rilasciare suor Atur e suor Miskinta, religiose caldee della congregazione delle figlie di Maria immacolata rapite dieci giorni fa alla periferia di Mosul assieme a un ragazzo e due ragazze.
Nessuna novità, nessun contatto e «nessuna dichiarazione» da parte del vescovo di Mosul. «Quello che chiediamo invece, con forza è la preghiera di tutti perché lo Spirito Santo converta il cuore di pietra dei rapitori», conclude Warduni.
Le religiose caldee, direttrice e vice di un orfanotrofio, sono state viste l’ultima volta nei pressi di una pompa di benzina alla periferia di Mosul. Il pulmino su cui viaggiavano anche due ragazze e un ragazzo, era seguito da una macchina a bordo della quale c'erano dei guerriglieri. Da allora si sono persi i contatti con le religiose, ma i tentativi di avviare una mediazione per ora non hanno raggiunto alcun risultato.