Sono state trasferite a Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, le salme delle tre missionarie italiane uccise domenica in Burundi. Nel vicino Paese africano le religiose avevano prestato in servizio in passato ed è lì che oggi verranno sepolte nel cimitero di Panzi, accanto ad altri missionari morti o uccisi nel Continente nero.
In migliaia, ieri, hanno assistito a Bujumbura a una messa in suffragio delle tre suore italiane trucidate domenica nel loro convento, nella zona nord della capitale del Burundi. Il presidente della Conferenza episcopale del Paese africano, Gervais Banshimiyubusa, ha chiesto l'istituzione di una commissione indipendente che permetta di scoprire "la verità" sulla brutale aggressione. (L'attraversamento della frontiera con la Repubblica democratica del Congo)Segno che ancora non vince la confessione del 33enne che ha sostenuto di aver ucciso le tre missionarie saveriane dopo aver scoperto che il convento sorge su un terreno che era di proprietà della sua famiglia. Alla messa erano presenti anche molti religiosi e decine di diplomatici stranieri che hanno voluto rendere omaggio alle anziane missionarie Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian."Non crediamo alla pista che ci è stata fornita.
L'arresto di questa persona è un pretesto per deviare le
indagini sull'uccisione delle nostre sorelle": lo dice suor
Delia Guadagnini, ex Superiora regionale delle Missionarie
Saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi,
che conosceva bene le tre suore uccise in Burundi, il cui
colpevole sarebbe stato individuato.
"Non pensiamo che questo orribile crimine sia stato commesso
da una sola persona - spiega suor Delia Guadagnini all'Agenzia
Fides-. L'impressione è che sia stata più di una persona e che,
è orribile dirlo, 'conoscesse il mestiere', oltre a conoscere
molto bene la nostra casa. Il Signore saprà giudicare. Noi
comunque andremo avanti con la nostra missione"