Bbc. La suora del braccio della morte tra le 100 donne del 2019
Suor Gerard Fernandez, 81 anni
C'è una suora cattolica fra le 100 donne indicate dalla Bbc come fonte d'ispirazione nel mondo per il 2019. Accanto ad attiviste come Greta Thunberg, politiche come Alexandra Ocasio-Cortez, atlete come l'iraniana Kimia Alizadeh, scienziate, medici e scrittrici, nonché testimoni di giustizia antimafia come la deputata 5 Stelle Piera Aiello (l'unica italiana), spunta il sorriso rugoso di suor Gerard Fernandez. Singaporiana, 81enne. Una vita lontana dai riflettori, nel senso stretto del termine. Per 35 anni è stata accanto ai detenuti del braccio della morte, mantenendo il massimo riserbo pena l'esclusione dal penitenziario. Da un paio d'anni, consegnato ad altri il testimone, ha cominciato a far conoscere la sua missione. Suscitando l'interesse dei media e ispirando un cortometraggio sulla sua vita, Sister del regista Chai Yee Wei.
A lei, come alle altre, la Bbc ha chiesto come sarebbe il futuro se fosse guidato dalle donne. «Un futuro femminile, come ogni altro - ha detto -, sarebbe pieno di gentilezza, dignità e uguaglianza; un mondo senza discriminazione né odio, guidato dalla compassione».
Al giornalista di The Straits Times che l'ha intervistata, suor Fernandez ha ripetuto più volte: «Non fatemi apparire una santa». «Ho i miei momenti bui. Il mio ego può farsi grande come un satellite. Ma cerco di usare i momenti bui per diventare migliore».
Chi è suor Fernandez
Nata a Singapore nel 1938, quarta di dieci figli, è stata cresciuta nella fede cattolica. Il padre era segretario del giudice supremo di Singapore, due sorelle sono diventate suore francescane. Dopo gli studi nel convento del Bambino Gesù, insegnò alla scuola d'infanzia del Buon Pastore sull'isola di Giava. A 18 anni disse ai genitori di voler cominciare il noviziato.
Suora della congregazione del Buon Pastore, lavorò per decenni con le vittime di abusi e gli emarginati. «La mia vocazione sono le persone che si sono rotte», dice. Nel 1970, quando a Singapore dilagava la droga, seguì corsi sul recupero dei tossicodipendenti. Di lì a poco, con i sacerdoti redentoristi Brian Doro e Patrick John O’Neil, fondò il Ministero romano cattolico del Carcere per far visita ai reclusi per droga. «All’inizio andavamo anche per vedere un solo detenuto. Ora ne vediamo una ventina la settimana. Da quattro che eravamo, siamo più di cento».
La svolta arrivò con un caso di cronaca nera che scioccò Singapore: l’arresto, nel 1981, dei responsabili di un barbaro rituale di uccisione di due bambini. Suor Gerald conosceva una delle vittime, la cui sorella era cuoca al convento, e il padre di una dei tre assassini, la moglie del capobanda, un sedicente medium. Sentì l’impulso di scriverle. Dopo sei mesi arrivò la risposta: accettava di vederla. «Quando entrai, mi rivolse uno sguardo triste che diceva: “Tu non mi hai condannato. Ti prego, aiutami a cambiare”». Per sette anni, fino all’impiccagione avvenuta nel 1988, la religiosa fece visita alla donna ogni settimana, pregando con lei e riaccompagnandola alla fede. Anche la sua vicina di cella, e complice, chiese di poterla incontrare.
Da allora, per più di trent’anni suor Gerard ha fatto visita ai condannati del braccio della morte. Ha trascorso con loro notti in preghiera. Non tutti erano cattolici. «Quando camminai con il mio primo compagno nel braccio della morte, non ero cosciente della chiamata. Ma già da tempo era radicata nel mio cuore».
La pena di morte a Singapore è tuttora in vigore e le esecuzioni non accennano a diminuire. Naturalmente suor Gerard si oppone alla pena di morte. «Ma non rinuncerei all'opportunità di essere là per quelle persone». «Per avere il privilegio di vederli cambiare, di vederli ammettere di avere sbagliato, e quando questo accade, arriva un cambiamento ed è bellissimo. C’è così tanta pace, così tanta gioia» ha detto alla presentazione del corto Sister. «Quando entro, vedo accendersi un barlume di speranza nei loro occhi. Non viene da me, viene dal divino».