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Ucraina. I russi centrano deposito Caritas. Il Nyt: «Strage al mercato errore di Kiev»

Marta Ottaviani mercoledì 20 settembre 2023

Un'immagine dell'inchiesta del New York Times

Ormai è quasi la norma: in coincidenza con ogni vertice internazionale che coinvolga il presidente ucraino Zelensky, la rabbia di Mosca si moltiplica e gli attacchi in Ucraina entrano più in profondità.

Ieri 18 droni russi si sono lanciati contro Leopoli, la seconda città del Paese, sul confine con l’Europa. Nonostante 15 siano stati abbattuti dalla contraerea ucraina, gli altri sono riusciti a colpire tre depositi. Uno di questi era utilizzato da Caritas-Spes per stoccare gli aiuti umanitari. Una persona è rimasta uccisa, mentre 300 tonnellate di generi di prima necessità, cibo, vestiti, scarpe, generatori, sono andati in fumo a causa dell’incendio scatenato dall’impatto dei droni e che si è esteso su un’area di 10mila chilometri quadrati. Nel magazzino c’erano anche veicoli umanitari per 20 milioni di euro. A preoccupare, soprattutto, la distruzione dei generatori di corrente, che si rivelano particolarmente utili per la popolazione durante la stagione invernale ormai alle porte. Con il contenuto del deposito di Leopoli si sarebbero potute aiutare 600 famiglie. «L’attacco russo al magazzino di Caritas-Spes Ucraina a Leopoli la scorsa notte, che ha distrutto 300 tonnellate di aiuti umanitari per il popolo ucraino, è un oltraggio e una flagrante violazione del Diritto Internazionale Umanitario», osserva Alistair Dutton, Segretario generale di Caritas Internationalis.

Per tutta la giornata di ieri sono circolate anche notizie in merito alla strage del mercato di Kostiantynivka del 6 settembre, in cui sono rimaste uccise 17 persone. Secondo un articolo New York Times sarebbe di Kiev, e non di Mosca, la responsabilità dell’attacco. Un tragico errore, ha scritto il quotidiano, che ha pubblicato una ricostruzione che dimostrerebbe come il razzo arrivasse da nord-ovest, quindi dalle zone controllate dagli ucraini, e non dal settore occupato dai russi. Prima è arrivata la reazione di Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, che non ha smentito in Nyt, pur sottolineando la necessità di ulteriori indagini sull’accaduto.

Poi, i servizi segreti di Kiev hanno fatto sapere che «sono stati i russi a colpire, con il sistema S-300 e non gli ucraini per errore come riportato dal New York Times». La responsabilità russa sarebbe «dimostrata, in particolare, dai frammenti di missile identificati e recuperati sulla scena della tragedia».

Tutta all’attacco la reazione di Maria Zacharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo. «Il New York Times – ha scritto sul suo canale Telegram – ha pubblicato un’inchiesta davvero clamorosa per il livello dei media americani attuali. L'Ucraina sta bombardando le proprie città. Per me l'unica cosa superflua sono le virgolette. Il regime di Kiev lo ha sempre fatto. E continua».