Germania. Suicidio assistito, il Bundestag dice no a due proposte di legge
Il Bundestag di Berlino
Il Bundestag ha respinto nella seduta del 7 luglio le due proposte di legge sul suicidio assistito. La materia al momento resta senza una regolamentazione giuridica come richiesto invece da esperti, giuristi e teologi. La Germania si ritrova con un vuoto legislativo, tra l’altro creato dal più alto organo giuridico del Paese, la Corte Costituzionale, che nel febbraio del 2020 ha depenalizzato il suicidio assistito, do-po il ricorso di alcuni medici e pazienti contro il paragrafo 217 del diritto penale che nel 2015 ne aveva introdotto il divieto.
La Corte di Karlsruhe ha definito incostituzionale la norma perché limitava il diritto di decidere come morire. Un diritto che deve includere, secondo i giudici tutori della Costituzione, anche la possibilità di togliersi la vita. Il mondo politico ha quindi deciso di occuparsi della spinosa materia e ieri sono state sottoposte ai 736 deputati della Camera bassa del Parlamento, alla vigilia della pausa estiva, due proposte di legge. Entrambe bocciate: non hanno raggiunto la maggioranza assoluta necessaria. Nessun partito aveva fornito indicazioni di voto. La seconda proposta è stata votata da 287 deputati, presentata dalla liberale Kathrin Helling-Plahr e dalla verde Renate Künast, lasciava ampia discrezione e potere decisionale a pazienti, familiari e medici. Alcuni media, senza mezzi termini, avevano sottolineato che, con l’approvazione di questa legge, le procedure per il suicidio assistito sarebbero state molto simili a quelle previste per l’interruzione di gravidanza.
La prima proposta, avanzata dal socialdemocratico Lars Castellucci e dal cristiano- democratico Ansgar Eveling, è stata invece votata da 304 deputati, e puntava ad introdurre paletti ed obblighi per avviare le procedure del suicidio assistito. Obbligatorietà di una visita di uno psicologo ed uno psichiatra e introduzione di una finestra di tempo minimo di 8 settimane entro le quali il paziente, i familiari o i medici avrebbe potuto prendere delle decisioni definitive. La discussione parlamentare ha evidenziato una divisione all’interno del mondo politico tedesco: da una parte si tende a favorire una legge meno stringente che concede quasi completa libertà di decisione a pazienti e medici; dall’altra la posizione, che al momento sembra riscuotere un maggiore consenso, una legge che abbia anche un ruolo preventivo nei confronti del suicidio assistito, ponendo dei limiti e paletti ben precisi e che quindi cerchi di tutelare la vita e la dignità della persona. «Tutelare sempre ed in ogni momento la vita», è il principio a cui negli ultimi giorni si è spesso ispirato nei suoi appelli il presidente della Conferenza episcopale di Germania, monsignor Georg Bätzing. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 26 febbraio 2020, nel 2021, in Germania 9.215 persone sono ricorse al suicidio assistito.