Il
9 luglio 2016 il Sud Sudan celebra i 5 anni dalla sua nascita con il tragico primato dell’aver vissuto
nell’ultimo anno e mezzo la più cruenta guerra civile del continente africano: 50.000 morti, oltre 2 milioni di sfollati e profughi, intere città date alle fiamme,
stupri di massa e brutalità di ogni genere contro i civili, arruolamento diffuso di
bambini soldato.
Alla vigilia dell’anniversario e dopo i fragili accordi di pace e la formazione di un governo di unità nazionale,
i vescovi del Sud Sudan hanno lanciato un messaggio di speranza.
Caritas Italiana, impegnata da più di trent’anni in Sudan e in Sud Sudan, fa eco al messaggio con il
Dossier “2016: un nuovo inizio?” dove si ripercorrono le tappe più importanti della storia di questo martoriato paese e si offre uno spaccato della situazione socio-economica e delle dinamiche alla base del recente conflitto, con uno sguardo anche al Sudan.
Nel 2016 si sono intensificati gli interventi in risposta all’emergenza legata al conflitto grazie al
contributo della Conferenza episcopale italiana con fondi dell’8x1000.
In Sudan e Sud Sudan dal 2011 al 2016 sono stati
impiegati circa 2,5 milioni di euro provenienti principalmente da donazioni private e collette in ambito parrocchiale e diocesano.
Intanto la cronaca continua a registrare violenza e fame.
Cinque soldati sono stati uccisi ieri in una
sparatoria nella capitale Juba: si tratta dell'ultimo colpo al
traballante accordo di pace siglato tra il presidente
Silv Kiir e il suo vice Riek Machar, che guida i ribelli.
L'Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) lancia l'allarme: "La
violenza
persiste, la
fame persiste e la popolazione continua ad essere
costretta ad
abbandonare le proprie case", ha detto a Ginevra la
portavoce Melissa Fleming.
L'Acner stima che quasi un abitante su quattro risulti sfollato all'interno dei confini del giovane stato o nei
paesi limitrofi, per un totale di 2,6 milioni di
persone su 11,3 milioni di abitanti (2013). Una
grande maggioranza sono
bambini. Inoltre, Il numero di persone
in situazione di "insicurezza alimentare" sarebbe
salito da 4,3 a 4,8 milioni.
Nei
nove mesi trascorsi dal cessate il fuoco l'Acnur ha registrato
quasi 140.000 nuovi profughi (in totale sono 860.000).