Sud Corea. La guerra tra Seul e i medici paralizza gli ospedali
Continua l'agitazione dei medici sudcoreani
Dimissioni di massa. Diserzioni. Interventi chirurgici cancellati. Visite rinviate. La sanità sudcoreana fa un altro passo verso il caos, a causa del braccio di ferro – senza esclusione di colpi - tra il governo di Seul e la categoria dei medici. Oggetto del contendere: la decisione di Seul di aumentare la quota annuale di iscrizione alle scuole di medicina a livello nazionale nel tentativo di fronteggiare la carenza cronica di personale sanitario, una carenza resa più acuta dall’aumento esponenziale della domanda di cure legate all’invecchiamento della popolazione. Seul punta ad aggiungere 2.000 posti all'anno rispetto agli attuali 3.058.
I medici però non ci stanno. E abbandonano le corsie. Secondo il Ministero della Salute e del Welfare, un totale di 6.415 stagisti e specializzandi - il 55% di un totale di 13mila medici tirocinanti a livello nazionale - ha presentato le dimissioni. In prima linea anche gli studenti. Un totale di 1.133 studenti di medicina in sette università ha presentato domande di congedo. Nel solo Severance Hospital di Sinchon, nel distretto di Seodaemun, 600 dei 612 medici tirocinanti non si sono presentati al lavoro. Risultato? Gli ospedali sono in tilt.
"Sono venuto con mia madre, che ha un problema all'orecchio. Oggi siamo stati informati che aveva bisogno di un intervento chirurgico, ma non siamo riusciti a fissare una data a causa dell'attuale carenza di personale medico," ha raccontato al Korea Times Lim Soon-hyung, un uomo nel suo 40 anni.
“Avevo in programma un intervento chirurgico alla colonna vertebrale questo mese. Ma dopo il controllo di oggi, sono stato informato che l'intervento sarà rinviato”, ha raccontato un altro paziente.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha tuonato contro la diserzione di massa: "I medici tirocinanti. che sono attori chiave nel campo medico e gli studenti delle scuole di medicina che sono attori chiave nella medicina del futuro, non dovrebbero intraprendere un'azione collettiva che di fatto prende in ostaggio la vita e la salute delle persone". Contro i medici è schierata anche la gran parte della popolazione. Secondo un sondaggio di Gallup Korea, il 76% dei sudcoreani sostiene il piano del governo.
La “partita” è delicata. Perché investe dinamiche sensibili della società coreana, colpita – come molte economie mature asiatiche (e non solo) – da una serie di smottamenti, non ultima la depressione demografica, con la Corea che detiene il record di Paese con il tasso di fertilità più basso al mondo. Il governo, stime alla mano, considera la situazione allarmante. Nei prossimi dieci anni il numero di giorni di ricovero ospedaliero per l'intera popolazione raddoppierà, raggiungendo quota 200,5 milioni, a causa della crescente domanda di controlli e di prestazioni sanitarie determinata dal rapido invecchiamento della popolazione.
Secondo i dati del ministero della Sanità, nel Paese nel 2022 risultavano 2,5 medici ogni 1.000 persone. Escludendo i professionisti della medicina tradizionale, questo rapporto è pari a 2, il più basso tra i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Senza correttivi tempestivi, il sistema sanitario sudcoreano dovrà fronteggiare un potenziale deficit di oltre 27.000 medici entro il 2035 dinanzi all’invecchiamento progressivo della popolazione.
Nel 2000, le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresentavano meno del 7% della popolazione. Oggi, quasi il 17% dei sudcoreani sono anziani. Il loro numero toccherà quota 20% entro il 2025 per balzare a quota 46% nel 2067. Una bomba (demografica) a orologeria.