L'attacco. Nove studenti afghani massacrati da una bomba: sospetti sui taleban
Un attacco feroce, tremendo, in una zona infestata dai taleban: nove studenti afghani sono morti a causa di un'esplosione che li ha colpiti mentre andavano a scuola. Avevano dai 10 ai 15 anni. L'ordigno era posto lungo la strada vicino alla scuola.
La deflagrazione è avvenuta questa mattina, nel distretto di Darqad, nella provincia nordorientale di Takhar. A rendere noti i particolari è il comandante provinciale della polizia, Sayed Mehraj Sadat, il quale aggiunge che le forze di sicurezza afghane usano spesso quella strada e potrebbero essere state il vero obiettivo dell'attacco. Quanto alla responsabilità, ha ricordato che i taleban sono attivi nella provincia di Takhar e in particolare proprio in quel distretto.
Anche se per il momento non vi sono rivendicazioni, va ricordato che i taleban sono purtroppo soliti compiere attentati contro le istituzioni scolastiche e contro i ragazzi e le loro famiglie per scoraggiarli a frequentare insegnamenti non propriamente conformi al fondamentalismo da loro predicato. Inoltre le istituzioni dell'insegnamento sono spesso associate a valori "propagandati dall'Occidente".
Sono decine i casi di attacchi alle scuole, soprattutto femminili, nelle regioni rurali afghane dove il potere dei taleban resta, di fatto, illimitato. Analoga la situazione del confinante Pakistan, dove un caso su tutti ha portato agli occhi del mondo la condizione di chi chiede solo di evolvere la propria condizione con lo studio. Quello di Malala Yousafzai, ora 22enne e costretta all'esilio in Gran Bretagna, e che da tempo si batte per i diritti civili e il diritto all’istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani: un impegno che l'ha portata a vincere nel 2014 il Premio Nobel per la Pace.
La storia di Malala è comunque singolare: venne ridotta in fin di vita da un attacco subito nel 2012, quando fu colpita alla testa da un colpo di pistola sparato da un taleban, mentre stava tornando a casa da scuola a Mingora, nella valle di Swat. Tre anni prima aveva scritto un testo raccontando il caos della città in cui viveva e i roghi delle scuole femminili da parte dei taleban. Il testo fu pubblicato sul sito della BBC e circolò molto in Pakistan. Una condanna a morte da eseguire per dare un esempio. Un'esecuzione, fallita, che ha innescato invece una reazione internazionale. Anche se la condizione estrema, di tante altre piccole Malala, resta purtroppo ancora quotidianità in Pakistan e Afghanistan.