I pubblici ministeri statunitensi faranno decadere le accuse di violenza sessuale nei confronti dell'ex direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi) Dominique Strauss-Kahn alla prossima udienza che ci sarà entro due settimane, o anche prima, per via dei dubbi sulla credibilità della presunta vittima. Lo scrive oggi il
New York Post.Un investigatore coinvolto nel caso newyorkese ha definito «una certezza» la richiesta del non luogo a procedere, secondo quanto riportato dal quotidiano. «Sappiamo tutti che questo caso non è sostenibile», ha detto l'investigatore, riferisce il
Post. «La sua credibilità è molto compromessa ora, sappiamo che non possiamo portare avanti un caso con lei», ha detto la fonte al giornale, riferendosi alla 32enne cameriera guineana che ha accusato Strauss-Kahn di aver tentato di violentarla in un lussuoso hotel di Manhattan.Strauss-Kahn, 62 anni, è stato arrestato il 14 maggio all'aeroporto Jfk di New York e si è successivamente dimesso da direttore generale dell'Fmi. Ma le rivelazioni sull'accusatrice, che ha mentito a proposito di uno stupro avvenuto in Guinea nella sua domanda di asilo negli Usa e ha cambiato i dettagli del suo racconto riguardo a cosa avvenne dopo la presunta aggressione nella suite di Strauss-Kahn, hanno minato la sua credibilità e messo in difficoltà la pubblica accusa.Venerdì scorso il tribunale ha rilasciato Strauss-Kahn - che era ai domiciliari - e ha revocato le pesanti condizioni sulla cauzione, sebbene persistano ancora le accuse di aggressione sessuale e tentato stupro nei confronti dell'uomo, che era considerato favorito nella corsa all'Eliseo il prossimo anno.Intanto l'avvocato della scrittrice francese Tristane Banon ha annunciato di aver presentato a Parigi una denuncia contro Strauss-Kahn, accusandolo di tentato stupro per un episodio che risale al 2003.
ACCUSATRICE QUERELA GIORNALE CHE LA DEFINÌ «PROSTITUTA»La cameriera d'albergo che ha accusato Strauss-Kahn di aggressione sessuale ha querelato il
New York Post e cinque dei suoi giornalisti per diffamazione, per averla indicata come prostituta. La donna accusa il
Post di aver pubblicato articoli diffamatori tra il 2 luglio e ieri «nell'apparente disperato tentativo di rafforzare le sue vendite in rapido calo». La querela è stata presentata al tribunale di Stato del Bronx. Sabato scorso il giornale ha scritto che la 32enne «stava facendo un doppio lavoro come prostituta, raccogliendo denaro con gli ospiti maschili» dell'hotel.